venerdì 20 giugno 2025

‘La povertà è ai massimi storici’

Secondo i dati Istat del 2023 cinque milioni 694mila persone, per un totale di 2 milioni 217mila famiglie vivono in povertà assoluta e 13 milioni rischiano di cadere in povertà

di Giovanni Pulvino

Andamento della povertà dal 2014 al 2023 - Foto da istat.it
I dati Istat del 2023 attestano che il 9,7% della popolazione, cioè un residente su dieci vive in povertà assoluta.

Si tratta di 5 milioni 694mila persone, per un totale di 2 milioni 217mila famiglie. Individui che non hanno il minimo necessario per vivere dignitosamente.

I soggetti a rischio povertà sono 13 milioni, pari al 23,1% della popolazione. Solo Bulgaria, Romania, Grecia, Lettonia e Lituania registrano livelli più elevati.

La media europea è al 21%.

Le categorie sociali più colpite sono i residenti nelle aree del Nord, le famiglie di stranieri, i minori e i ‘lavoratori poveri’.

Il numero è raddoppiato nel settentrione (quasi un milione), mentre è più contenuta nelle altre aree del Paese. Le ragioni sono semplici. Nelle regioni del Nord si concentra il 60% della popolazione immigrata che registra il 35,1% di nuclei in povertà assoluta contro il 6,3% di quelli italiani.

Un altro elemento è il lavoro povero. L’8% degli occupati non riesce a raggiungere un livello di vita dignitoso.

Questi dati sono stati confermati dal rapporto Caritas 2025.

Dal 2012 il numero di persone che si trova un una condizione ‘di disagio stabile e prolungato’ è raddoppiato.

Riguarda soprattutto gli over 65 e le persone che pur lavorando rimangono povere. Quindici anni fa erano il 15% oggi sono circa il 30%.

Le criticità sono due: la casa e la salute. ‘Due dimensioni che rappresentano vere e proprie emergenze sociali’.

Secondo la Caritas è l’effetto cumulativo delle crisi economico-finanziarie che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. Nel 2008 il crollo di Lehman Brothers, nel 2011 la crisi debito sovrano, nel 2020 la pandemia da Covid-19, infine, negli ultimi due anni l’inflazione.

Dato quest’ultimo certificato dall’Istat. Dal 2019 al 2024 i salari reali in Italia sono diminuiti dell’8,7%, il dato più elevato tra i Paesi del G20

In Italia anche chi lavora è povero.

Fonti istat.it e caritas.it

lunedì 16 giugno 2025

Bersani: ‘Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’

L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell'Occidente. Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica

di Giovanni Pulvino

Rifugiati palestinesi nel 1948 - (foto da wikipedia.org)

Israele sta bombardando cinque paesi contemporaneamente: Palestina, Libano, Siria, Iran e Yemen. Ha centinaia di testate nucleari e sta dicendo al resto del mondo voi non dovete avere armi nucleari. Noi possiamo averle, voi no. Perché? Ma soprattutto può fare tutto questo senza il sostegno dei paesi occidentali, in particolare degli USA?

Il conflitto israeliano/palestinese nasce alla fine del 1800. Fu allora che in Europa si affermò l'idea di uno Stato ebraico in Palestina.

La questione si ripropose dopo la fine della Prima Guerra mondiale.

Con il Mandato britannico emesso nel 1922 la Società delle Nazioni riconobbe il diritto degli ebrei ad avere uno Stato in Palestina.

Nel 1939 la St. Louis, un transatlantico tedesco, divenne famoso per aver effettuato un viaggio con 963 ebrei che fuggirono dalla Germania, ma che nessuno voleva accogliere. 

Il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 181 con la quale si raccomandava la spartizione della Palestina in uno Stato arabo, in uno ebraico e lo status internazionale per Gerusalemme.

Nel 1948 il Regno Unito che occupava la Palestina annunciò il ritiro delle sue truppe.

Lo Stato di Israele nasce per dare una terra a chi era scampato all’Olocausto e per dare una 'casa' ai tanti ebrei sparsi nel mondo, ma anche per dare continuità alla presenza Occidentale in Medio Oriente.

Tutto si tiene.

Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica.

Dopo la distruzione della Siria, dell’Iraq, non rimane che l’Iran ad ostacolare l’espansione geopolitica degli USA.

Un Paese con appena sette milioni di abitanti può imporre da solo la sua volontà ad un altro che di abitanti ne ha circa 90 milioni? L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell’Occidente.

E quella di Pier Luigi Bersani non è una battuta è una constatazione: Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’.

Vittima della storia e di interessi contrapposti il popolo palestinese ha una sola colpa: quella di esistere e di voler vivere nella sua terra. 

Fonte wikipedia.org

giovedì 12 giugno 2025

Oggi la solidarietà è considerata un crimine

Siamo stati rapiti in acque internazionali’, Greta Thunberg espulsa in Francia lancia pesantissime accusa ad Israele

di Giovanni Pulvino

Greta Thunberg, 9 giugno 2025

Questa è l’ennesima violazione dei diritti internazionali, che si aggiunge alla lista delle innumerevoli violazioni di questo tipo, soprattutto nei confronti de palestinesi, che Israele sta commettendo, bloccando e impedendo agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. Questo è illegale. Hanno compiuto un atto illegale sequestrandoci in acque internazionali e contro la nostra volontà, portandoci in Israele, tenendoci nella stiva della nave, non permettendoci di uscire e così via. Ma questa non è la vera notizia. La vera notizia è che c’è un genocidio in corso a Gaza e una sistematica fame a seguito dell’assedio e del blocco che impedisce a cibo, medicine, acqua, di cui c’è un disperato bisogno, di entrare a Gaza e a cui ci viene impedito di farlo. Ma naturalmente ci sono molti tentativi come questa missione, sia via mare che via terra, per rompere l’assedio e aprire un corridoio umanitario’, Greta Thunberg.

L’unica colpa dei 12 attivisti è stata quella di aver tentato di portare aiuto ad un popolo sotto assedio. Nessuna minaccia, nessuna arma, solo coraggio e umanità verso un popolo oppresso da decenni di apartheid ed ora da una sanguinosa occupazione militare.

La Madleen, piccola nave della speranza, prende il nome da una donna palestinese, unica a svolgere a Gaza il lavoro di pescatrice. Il fratello Kayed è stato ucciso lo scorso anno dall’esercito israeliano mentre partecipava ad una manifestazione.

Io sono una pescatrice, chiedo solo di vivere a Gaza e di lavorare con dignità, di pescare nel nostro mare senza limiti, di vedere i nostri figli crescere sereni, senza il timore di essere bombardati, perché possano giocare, studiare, andare a scuola come tutti i bambini del mondo’, ha dichiarato in un’intervista Madleen Kulab.

Quanta dignità in queste parole.

Il peccato originale commesso dai palestinesi è quello di esistere e di voler vivere nella loro terra.

Perché sta succedendo tutto questo? La risposta di Greta Thunberg alla domanda posta dalla giornalista è stata: ‘A causa del razzismo, questa è la risposta semplice, direi. Il razzismo è, fondamentalmente, la difesa disperata di un sistema mortale e distruttivo che sistematicamente dà la priorità al profitto economico nel breve periodo e alla massimizzazione del potere geopolitico rispetto al benessere degli esseri umani e del pianeta. E in questo momento è molto, molto difficile da difendere moralmente. È impossibile, ma stanno ancora cercando disperatamente di farlo’.

Fonte nena-news.it

giovedì 5 giugno 2025

‘Licenziati e stai zitto’

Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, ma sarà così? 

di Giovanni Pulvino

Fax simili schede elettorali referendum 8 e 9 giugno
Pochi giorni fa un operaio è caduto da un ponteggio senza protezioni di sicurezza, il datore di lavoro prima di portalo in ospedale gli ha fatto cambiare gli abiti e lo ha minacciato dicendogli: licenziati e stai zitto’.

Nel giugno di un anno fa un lavoratore indiano irregolare, Satnam Singh così si chiamava, a seguito di un incidente sul lavoro non è stato portato al Pronto soccorso, come chiedevano i suoi compagni, ma è stato abbandonato davanti alla sua abitazione, dove è morto dissanguato. Il datore di lavoro, se così possiamo chiamarlo, non ha neanche tentato di salvarlo, si è solo preoccupato della sua azienda e della perdita di profitto che avrebbe avuto.

Ogni giorno nel nostro Paese tre lavoratori si recano al lavoro, ma, vittime di un incidente, non fanno ritorno alle loro abitazioni. Le leggi ci sono ma non bastano. Cosa non funziona?

Una delle motivazioni è il cosiddetto contratto in subappalto. Le commesse più importanti, quelle milionarie per intenderci, di solito sono aggiudicate a grandi imprese, spesso multinazionali, ma i lavori sono eseguiti in subappalto da aziende di piccole dimensioni che a volte sono a conduzione familiare. Queste ultime per evitare perdite o per non ridurre il limitato guadagno tagliano i costi sulla sicurezza aumentando invidiabilmente i rischi di infortunio per i quali sono le sole ad essere responsabili.

Votando Si al referendum dell’8 e 9 giugno le imprese che hanno vinto l’appalto rimarranno responsabili in solido con le subappaltanti. Dovranno cioè farsi carico della sicurezza e non limitarsi a delegarlo alle aziende più piccole.

Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, sarà così? 

Ed è bene ricordare che è astensione dal voto recarsi al seggio e rifiutare le schede come ha detto inopinatamente la presidente del Consiglio. ‘Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni’, ha dichiarato. Ma che senso ha andare al seggio per non votare?

Quello di Giorgia Meloni è un chiaro invito all’astensione senza dirlo apertamente, è una ‘furbata da politicante’, ma può farlo il capo del Governo? Dopo Ignazio La Russa, presidente del Senato, ora ad incitare al non voto è la leader di FdI, ma qual è il loro scopo?

lunedì 2 giugno 2025

C’è ancora domani

Senza la lotta di Liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stato il 2 giugno 1946. Quel giorno con il voto delle donne l'Italia diventa una Repubblica, grazie anche per questo.

Video da YuoTube

sabato 24 maggio 2025

‘Fate silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono’

‘Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa’. Questa è la definizione di genocidio dell’enciclopedia Treccani

di Giovanni Pulvino

Gaza, foto da @LaSkilly
Un paese sano non combatte i civili e non uccide i bambini per hobby né si pone come obiettivo espellere totalmente una popolazione. Questo governo mette a repentaglio la nostra esistenza’, ha dichiarato Yair Golan, ex generale Idf, e leader dell'opposizione israeliana.

Secondo l’ONU si intendono per genocidio ‘gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’.

Genocidio, strage di civili, crimini di guerra, pulizia etnica, effetti collaterali, occupazione militare, possiamo utilizzare indifferentemente uno di questi termini ma non si può non inorridire di fronte ad oltre 50 mila civili uccisi, di cui circa 15 mila sono bambini.

A questi un giorno si aggiungeranno quelli sepolti sotto le macerie, quelli che rimarranno mutilati per tutta la vita e quelli che rimarranno orfani. 

Perché? Perché? Perché?

Che tristezza vedere questi adolescenti girare tra le macerie di quelle che una volta erano le loro case. E vederli sorridere se ritrovano un oggetto o un piccolo ricordo di cosa è stata la loro vita fino a pochi mesi fa.

Che dolore vederli piangere abbracciati ad un adulto che non è il loro papà che non c’è più, o la loro mamma che è sepolta sotto le macerie.

Che sofferenza vedere questi genitori che si disperano tenendo in braccio i corpicini esanimi dei loro bambini che non potranno godere il tempo che è dato a noi che guardiamo tutto questo con indifferenza o impotenza.

Che rabbia vederli raschiare inutilmente i pentoloni di cibo vuoti o vederli ridotti a scheletri per la fame.

No, l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre non può giustificare tutto questo.

È tutt’altro. Sono atti commessi con l’intenzione di distruggere e di uccidere. La guerra non si dovrebbe fare mai, ma quando si fa è perché si ha di fronte un altro esercito non una popolazione inerme.  

Usiamo il termine che ci sembra più adatto, ma gridiamolo, gridiamolo forte affinché giunga alle orecchie di chi può fermare tutto questo. Affinché giunga nei cuori di chi è sordo alla misericordia, di chi continua a seminare odio e dolore.

'Facciamo silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono'.

Non dimentichiamolo mai: la vita è breve per tutti, ebrei, palestinesi, sionisti, islamici, russi, ucraini … nessuno è escluso. Il tempo dato è poco e tutti hanno il diritto di viverlo dignitosamente.

sabato 17 maggio 2025

Vademecum referendum 8-9 giugno 2025

Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa’, ha dichiarato in un’intervista il presidente del Senato Ignazio La Russa. Ma come può la seconda carica dello Stato invitare i cittadini a non utilizzare il principale strumento delle democrazie? Qual è il suo scopo?

di Giovanni Pulvino

L’articolo 75 della Costituzione italiana stabilisce: ‘È indetto referendum popolare per deliberare l'abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. La legge determina le modalità di attuazione del referendum’.

Sicurezza, lavoro, dignità, cittadinanza, democrazia sono le parole chiave dei referendum abrogativi dell’8 ed il 9 giugno prossimi. Ecco i cinque quesiti.

Licenziamenti ingiusti previsti dal Jobs act: se prevarranno i Si ritornerà il diritto al reintegro nel posto di lavoro per i licenziamenti senza una giusta causa.

Piccole imprese: se prevarranno i Si il giudice potrà decidere il risarcimento senza nessun limite.

Contratti a termine: se prevarranno i Si serviranno motivi seri per fare contratti a tempo.

Appalti e sicurezza: se prevarranno i Si la ditta principale vincitrice dell’appalto sarà sempre responsabile di eventuali infortuni sul lavoro.

Cittadinanza per stranieri non UE: se prevarranno i Si serviranno solo 5 anni di residenza per richiedere la cittadinanza italiana.

Non è obbligatorio votare per tutti i quesiti, è lecito, recandosi nel seggio, rifiutare una o più schede ed esprimere il voto solo per quelli che interessano.

Per la validità del referendum è necessario il raggiungimento del quorum. Questa regola spesso è stata utilizzata per invalidare il voto dei cittadini. ‘Farò propaganda affinché la gente se ne stia a casa’, ha dichiarato in un’intervista il presidente del Senato Ignazio La Russa. Ma come può la seconda carica dello Stato invitare i cittadini a non utilizzare il principale strumento delle democrazie? Qual è il suo scopo?

Fonte cgil.it

sabato 3 maggio 2025

Gaza, li vogliono affamare tutti

Da due mesi Israele blocca completamente l’entrata di cibo e medicine a Gaza. Le scorte sono quasi esaurite e le cucine delle organizzazioni internazionali potrebbero chiudere entro due settimane

di Giovanni Pulvino


Immagine aerea/drone del governatorato di Gaza
settentrionale. Credit: Alef Multimedia Company/Oxfam
La Striscia di Gaza è popolata da oltre 2 milioni di persone, la maggior parte sono rifugiati e discendenti dai palestinesi sfollati nel 1948. Il 50% sono bambini. Dal 2007 subisce il blocco terrestre e marittimo imposto da Israele. La situazione è peggiorata dopo il 7 ottobre 2023. Da quel giorno Gaza ha subito bombardamenti continui da parte dell’esercito israeliano. Gli attacchi hanno causato la distruzione di intere città ed oltre 50.000 morti. Interi quartieri sono stati rasi al suolo. ‘La popolazione è costretta a cucinare bruciando i rifiuti’. Secondo Oxfam ‘700.000 persone vivono senza accesso diretto all’acqua, con infrastrutture idriche e sanitarie distrutte e un altissimo rischio di epidemie’.

La ‘devastazione è sistematica’. La chiusura dei valichi sta bloccando l’ingresso di ‘forniture mediche, cibo e carburante’. Negli ospedali mancano ventilatori, incubatrici e farmaci salvavita.

Secondo la Croce Rossa le ‘operazioni umanitarie sono sull’orlo del collasso’.

Non solo, Israele ha attaccato in acque internazionali (vicino Malta) la nave umanitaria Freedom Flotilla. È un atto senza precedenti. Netanyahu non si ferma davanti a nulla, sta usando la fame come arma contro Gaza, dove da 60 giorni non entra cibo. Questa non è una guerra, di fronte all’esercito israeliano non c’è un altro esercito, ma un popolo perseguitato da oltre settant’anni. È la prosecuzione della Nakba (che in arabo vuol dire ‘catastrofe’), che ha costretto nel 1948 all’esodo forzato circa 700.000 palestinesi. Un’intera comunità fu costretta a fuggire dalle proprie case e la maggior parte non ha potuto farvi ritorno. 

Quello di oggi cos’è? È un genocidio, è pulizia etnica, è l’ennesima occupazione di territori palestinesi? L’attacco terroristico di Hamas del 7ottobre 2023 può giustificare tutto questo?

I nostri governanti, italiani ed europei, continueranno a tacere o condanneranno questo crimine?

Free Palestine, Palestina libera’ hanno gridato più che cantato I Patagarri dal palco del Concertone del Primo Maggio, ma per la comunità ebraica italiana è stato un atto ‘ignobile’. 

Dove vogliono arrivare? I palestinesi come gli israeliani hanno diritto ad una vita dignitosa, ma quello che sta avvenendo non è degno dell’uomo, soprattutto se è compiuto da chi ha subito la tragedia della Shoah.

Fonte oxfamitalia.org

mercoledì 23 aprile 2025

Cosa si celebra il 25 aprile?

'Vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva cosa fecero le SS e non i partigiani', Alessandro Barbero


Video da YouTube

Il 25 aprile non si celebra soltanto l’insurrezione dei partigiani, che hanno liberato le città italiane, si celebra la fine della guerra, la sconfitta dei tedeschi, la distruzione della tirannia nazifascista. Questo si celebra il 25 aprile e si celebra il fatto che grazie all’insurrezione dei partigiani, l’Italia che quella guerra l’aveva cominciata dalla parte sbagliata, dalla parte vergognosa, dalla parte di quelli che poi hanno fatto le camere a gas e i forni crematori, l’Italia, almeno un pezzo d’Italia, è riuscita a combattere e anche a morire stando dalla parte giusta. Allora quelli che oggi non si vogliono dire antifascisti e non vogliono celebrare il 25 aprile mi piacerebbe chiedergli: ma dimmelo in faccia. Se tu preferivi che gli americani la perdessero la guerra? Che le Nazioni Unite perdessero la guerra? Che vincesse Hitler? Che vincessero quelli delle camere a gas? Perché se è così puoi anche non andare a celebrare il 25 aprile, dimmelo in faccia però. Vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva cosa fecero le SS e non i partigiani', Alessandro Barbero.


lunedì 21 aprile 2025

‘Però ha fatto anche cose buone’

Il 25 aprile 1945 è il giorno della Liberazione dall’occupazione nazifascista. Porre termine al Ventennio non è stato facile ed è costata centinaia di migliaia di morti e la distruzione del paese. Eppure ancora oggi ci sono nostalgici che affermano che 'Mussolini fece cose buone’. Eccone alcune

di Giovanni Pulvino

La copertina del libro dei MCR

L’assalto fascista a Palazzo d’Accursio (Bologna) avvenuto il 21 novembre 1920 che provocò undici morti e il ferimento di circa sessanta persone. La marcia su Roma e la presa del potere con l’intimidazione e la violenza. L’uso delle squadracce e della sopraffazione politica. Il confino per oppositori, intellettuali, slavi e omosessuali.

La soppressione della libertà di stampa, redazioni dei giornali date alle fiamme e certificato di ‘buona condotta politica’ per potersi iscrivere all'Ordine dei giornalisti.

Le spedizioni punitive contro le camere del lavoro, le case del popolo e le leghe agrarie.

L'assassinio di Giacomo Matteotti (Mussolini si assunse in Parlamento la responsabilità politica di quell’omicidio), l'uccisione dei fratelli Rosselli e la prigionia fino alla morte di Antonio Gramsci.

I pestaggi di Piero Gobetti e Giovanni Amendola e la persecuzione di militanti, parlamentari, dirigenti comunisti, socialisti, azionisti, popolari, repubblicani e liberali.

L'istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato e l'introduzione della pena di morte per gli oppositori politici.

La soppressione del Parlamento e l'eliminazione dei partiti (eccetto uno) con l’istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni e del Gran Consiglio del fascismo.

L'abolizione dei sindacati e del diritto di sciopero.

Il controllo dei testi scolastici e il giuramento di fedeltà al regime imposto agli insegnanti.

Le leggi razziali, i campi di concentramento e la deportazione degli ebrei.

L’entrata in guerra e la conseguente distruzione del Paese.

L'invasione della Grecia, dell'Albania e della ex Jugoslavia.

Ecco cosa disse a tale proposito Benito Mussolini in un discorso tenuto a Pola il 24 settembre 1920: ’Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il nevoso e le Dinariche: io credo che si possono sacrificare 500.000 slavi barbari e 50.000 italiani’.

Ed ancora.

L'uso delle armi chimiche in Etiopia, 12.000 cirenaici giustiziati e 30.000 civili bruciati vivi, impiccati, ammazzati di botte, fucilati nel massacro di Addis Abeba e la deportazione nei campi di concentramento di migliaia e migliaia di libici, eritrei, somali, etiopi, con l’assassinio di circa un milione di civili.

Le stragi nazifasciste a Castiglione di Sicilia, a Sant'Anna di Stazzema, alle Fosse ardeatine, a Marzabotto, l'eccidio dei fratelli Cervi. La lista è lunga, molto.

La fondazione della Repubblica di Salò che ha reso l’Italia complice del nazismo e dell’occupazione dell’esercito tedesco.

190.000 militari italiani mandati a morire in Russia, 8.500 ebrei italiani deportati ad Auschwitz.

Ect….

Però ha fatto anche cose buone.

Fonte it.wikipedia.org

sabato 19 aprile 2025

Che fine ha fatto la civiltà italiana ed europea?

‘Ci sono troppi esseri umani che non vogliono ridere, che non riescono a pensare; vogliono soltanto credere, arrabbiarsi, odiare’, Kurt Vonnegut

di Giovanni Pulvino

Migranti trasferiti in Albania in manette

Da un Centro per i rimpatri ad un altro Centro per i rimpatri, uno sta in Italia l’altro in Albania, andata e ritorno, ma perché? Che senso ha?  

Il Governo di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani ha allestito un traffico di navi da guerra per trasferire 40 migranti da un Cpr italiano ad uno costruito con un costo di quasi un miliardo di euro a Gjader, in Albania.

Il paradosso o il ridicolo, l’ennesimo di questa vicenda, è che, come sostiene il Viminale, ‘Andranno tutti riportati in Italia, da lì niente rimpatri’.

Li trasferiamo in Albania solo temporaneamente, ma perché se poi dobbiamo rimpatriarli per poterli estradare?

La risposta è in quel ‘FUNZIONERANNO’ gridato con enfasi dalla Presidente del Consiglio qualche settimana fa. Giorgia Meloni ed i suoi vice non accettano il fallimento delle politiche migratorie fin qui perseguite. Nello stesso tempo devono giustificare l’uso di denaro pubblico per un Centro che è un fallimento economico, politico e sociale.

E' uno strumento di propaganda politica ed un inutile spreco di risorse pubbliche.

Non solo.

I migranti, come sta avvenendo negli USA, sono stati trasferiti in manette. Sono stati trattati come delinquenti, ma delinquenti non sono. A testimoniarlo sono state le deputate del Partito democratico, tra loro anche Cecilia Strada che ha denunciato: ‘I migranti in Albania a loro insaputa, polsi legati anche per pasti e al bagno’.

Per il Governo invece non c’è nulla di irregolare o di illegittimo.

Per Matteo Piantedosi ministro dell'Interno le ‘fascette ai polsi dei migranti spediti in Albania? Normalissimo’. Invece, Matteo Salvini, vice premier, si limita ad ironizzare: ‘Qual è il problema? Gli devo mettere un uovo di Pasqua in mano?’.

Che fine ha fatto la civiltà italiana ed europea? Dove ci stanno portando i ‘sovranisti’? 

Ci sono troppi esseri umani che non vogliono ridere, che non riescono a pensare; vogliono soltanto credere, arrabbiarsi, odiare’, Kurt Vonnegut.

L’essere umano è una delusione continua, purtroppo.

sabato 12 aprile 2025

Crioterapia ...

Mentre sono in corso il conflitto in Ucraina, l’occupazione di Gaza, la guerra commerciale, le borse che crollano, i diritti sono cancellati e le diseguaglianze sono crescenti i nostri governanti passano il tempo libero a fare crioterapia, tutto legittimo s'intende, ma non siamo messi bene

di Giovanni Pulvino

Francesco Lollobrigida e Giorgia Meloni

Si chiama crioterapia o terapia del freddo, è un trattamento a basse temperature. Il corpo viene esposto per pochi minuti fino a -160°C. Lo scopo è quello di stimolare la circolazione sanguigna, ridurre le infiammazioni e il rilascio di endorfine. Dovrebbe favorire la riduzione del dolore, nonché il controllo del peso corporeo e della tonalità della pelle.

È utilizzata per trattare problematiche dermatologiche e problemi muscolari e articolari. È sconsigliata per chi ha problemi cardiaci o chi soffre il freddo.

Alcuni giorni fa il quotidiano il Foglio ha pubblicato un’intervista a Shura Santaroni responsabile di una clinica che effettua questi trattamenti. Ebbene, la titolare del ‘Longevity Suite’, che si trova nel quartiere Eur a Roma, ha dichiarato che Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida hanno la passione per la crioterapia.

In particolare il ministro dell’agricoltura nonché ex cognato della premier sembra molto interessato a questa pratica. In voga tra i vip italiani, soprattutto tra gli sportivi, la crioterapia migliora il recupero post allenamento e contrasta l’invecchiamento cutaneo.

Mentre sono in corso il conflitto in Ucraina, l’occupazione di Gaza, la guerra commerciale, le borse che crollano, i diritti sono cancellati e le diseguaglianze sono crescenti i nostri governanti cosa fanno, passano il tempo libero a fare crioterapia. Tutto lecito s'intende, ma non siamo messi bene.

Non ci resta che augurarci che almeno si occupino del bene pubblico con lo stesso  impegno con cui curano il loro corpo e il loro aspetto, ma i dubbi sono più che legittimi.


Tesori di Sicilia: Cefalù 11 aprile 2025

 di Giovanni Pulvino

Cefalù, Sicilia 11 aprile 2025 (foto di Giovanni Pulvino)


giovedì 3 aprile 2025

Benigni e Troisi passaggio alla dogana: "Un Fiorino!" - Non ci resta che...


I dazi di Donald Trump spiegati da Massimo Troisi e Roberto benigni nel film del 1985 'Non ci resta che piangere'.

Video da YouTube

sabato 29 marzo 2025

Salari reali, Italia ultima del G20

Aumentano le diseguaglianze, i salari reali diminuiscono, la pressione fiscale sale, la povertà aumenta, il Paese più ricco al mondo sta scatenando una guerra commerciale senza precedenti, siamo sull’orlo della Terza guerra mondiale, ma per Giorgia Meloni va tutto bene

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni

Il nuovo rapporto mondiale sui salari 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro conferma il calo dei salari reali. L’Italia è il paese del G20 dove sono crollati di più dal 2008. Mentre in Germania sono cresciuti del 15% e in Francia del 5%, nel nostro Paese il potere d’acquisto è diminuito dell’8,7%.

Aumentano le diseguaglianze. Le donne oltre ad essere costrette spesso al part-time guadagnano meno degli uomini. I giovani italiani ricevono rispetto ai loro coetanei stranieri salari medi inferiori del 26%.

La crescita del Pil è di appena l’0,7%. Al limite della recessione se consideriamo che sono in corso gli investimenti del PNRR. Oltre 200 miliardi di euro di opere da realizzare entro il 2026.

La pressione fiscale è salita dal 41,7% (2.762,908 euro) del 2022 al 42,6% (2.965,711) del 2024. 

Il 23,1% della popolazione è, secondo i dati Istat, a rischio povertà. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza al Reddito di inclusione ha penalizzato circa 850 mila famiglie. La perdita media annua è di circa 2.600 euro.

E non conosciamo ancora le conseguenze della guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti d'America.

Le guerre commerciali, si sa, non hanno vincitori, solo sconfitti. E pensare che Matteo Salvini e Giorgia Meloni festeggiavano la vittoria di Donald Trump dicendo che non sarebbe successo nulla, anzi.

Ci sarebbe di che preoccuparsi, invece la Presidente del consiglio si vanta che sta realizzando tutti i suoi obiettivi e che il suo Governo è uno dei più longevi della storia repubblicana. Ecco forse è proprio questo il suo scopo rimanere al potere il più a lungo possibile, se poi la condizione economica di milioni di italiani peggiora, pazienza.

Fonte istat.it e oil.org

martedì 25 marzo 2025

Tesori di Sicilia: Cefalù

 di Giovanni Pulvino

Cefalù, 25 marzo 2025

San Martino, Giosue’ Carducci (1835-1907) 

La nebbia agli irti colli 
Piovigginando sale, 
E sotto il maestrale 
Urla e biancheggia il mar; 

Ma per le vie del borgo 
Dal ribollir de’ tini 
Va l’aspro odor de i vini 
L’anime a rallegrar. 

Gira su’ ceppi accesi 
Lo spiedo scoppiettando: 
Sta il cacciator fischiando 
Su l’uscio a rimirar 

Tra le rossastre nubi 
Stormi d’uccelli neri, 
Com’ esuli pensieri, 
Nel vespero migrar.



mercoledì 19 marzo 2025

Il vento della Memoria, semina Giustizia

Si svolgerà a Trapani la XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Giovanni Pulvino

Foto da libera.it

Tra le tante vittime innocenti uccisi dalla mafia che saranno ricordate a Trapani c’è il figlio di Santino Di Matteo. Il piccolo Giuseppe fu rapito il 23 novembre del 1993, mentre si trovava al maneggio di Altofonte. Secondo le deposizioni fatte da Gaspare Spatuzza i sequestratori travestiti da carabinieri convinsero Giuseppe a seguirli con la promessa che avrebbe rivisto il padre che, per la sua collaborazione, era sotto protezione.

Agli occhi del bambino – ha dichiarato il pentito - siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi’. 

Il rapimento, durato 779 giorni, era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue dichiarazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione di Ignazio Salvo. Il pentito non si piegò al ricatto e continuò la sua collaborazione con le autorità giudiziarie. L’11 gennaio del 1996, su ordine di Giovanni Brusca, il piccolo Di Matteo, che allora aveva appena 15 anni, fu ucciso e poi sciolto nell’acido

Il 15 settembre del 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, don Pino Puglisi era appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca e si stava avvicinando al portone di casa quando qualcuno lo chiamò, lui si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me l’aspettavo’. Subito dopo Salvatore Grigoli, killer della mafia, gli sparò un colpo di pistola alla nuca. 

Un uomo di fede se n’è andato così, senza nessun timore verso chi, accecato dall’odio, ha sparato senza esitazione. Don Pino era un uomo mite, ed è morto per la sua testardaggine a credere che un’altra Sicilia è possibile e che l’amore e la giustizia prima o poi trionferanno.

Un Santo’ che forse i siciliani non meritano di avere.

Fonte libera.it

sabato 15 marzo 2025

Giorgia Meloni e il Fiscal drag

Il sei marzo scorso Giorgia Meloni per giustificare l’aumento della pressione fiscale ha dichiarato: La pressione fiscale aumenta perché grazie al Governo c'è più gente che lavora’, ma sarà vero?

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni (foto da @LaPrimaManina)

L’aumento della pressione fiscale, cioè delle tasse, sarebbe dovuto, secondo Giorgia Meloni, all’incremento dei posti di lavoro. 

Dire che la nostra Presidente del Consiglio non ha le idee chiare è poco. Di certo non mastica nulla di Economia politica. I suoi studi all’Alberghiero non sono stati approfonditi, questo è sicuro, ma ciò non giustifica la bufala pronunciata con convinzione da chi deve guidare le sorti di uno dei paesi più industrializzati al mondo.

Probabilmente ha confuso la pressione fiscale con il cosiddetto Fiscal drag, letteralmente Drenaggio fiscale. Si tratta di quella situazione economica che si verifica quando l'incremento delle entrate fiscali è causata dall’inflazione.

Come si sa o si dovrebbe sapere le imposte sono calcolate e pagate in proposizione allo scaglione di appartenenza. Il nostro sistema tributario si fonda sulla progressività sancita dall’articolo 53 della Costituzione che prevede: ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività’.

Ciascuno contribuisce alle entrate dello Stato ‘in ragione’ del suo reddito e del suo patrimonio.

Nel caso in cui si verifica una situazione di iperinflazione, come è avvenuto lo scorso anno, gli eventuali aumenti monetari dei redditi possono causare un incremento del prelievo fiscale, anche se il potere di acquisto degli stessi rimane invariato. Questo accade perché l’aumento delle retribuzioni o dei compensi può sconfinare in uno scaglione di reddito con un’aliquota fiscale più alta. La conseguenza è l’incremento dei tributi da pagare, anche se il reddito ‘sostanzialmente’ rimane invariato.

L’aumento della pressione fiscale registrato dall’Istat nel 2024 non dipende, quindi, dall’aumento degli occupati, ma dall’inflazione. Nei decenni passati ogni volta che si è verificato questo fenomeno, i governi, non tutti, hanno provveduto a restituire ai contribuenti il Fiscal drag, quella parte cioè di imposte pagate in più per effetto del fenomeno inflattivo.

L'attuale Governo non sembra intenzionato a farlo, anzi accampa giustificazioni che nulla hanno a che vedere con il buon senso e, soprattutto, con la tenuta del potere di acquisto dei redditi degli italiani.

La frase pronunciata da Giorgia Meloni è quindi una bugia o uno strafalcione, ma, in questo caso, non è il primo e non sarà l’ultimo.

domenica 9 marzo 2025

‘Se vuoi la Pace, prepara la Pace’, Enrico Berlinguer

'Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano certi antenati. E invece io la penso come i pacifisti di tutto il mondo di oggi: se vuoi la pace prepara la pace', Enrico Berlinguer

di Giovanni Pulvino


Enrico Berlinguer ed Arafat - Foto da enricoberlinguer.it
Le parole dette da Enrico Berlinguer nel 1983 sono attualissime.

Tre anni di guerra nel cuore dell’Europa. L’occupazione di Gaza e l’uccisione di migliaia di civili palestinesi. Decine di conflitti che seminano morte in tutto il mondo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che propone di incrementare la spesa militare dei paesi UE per circa 800 miliardi di euro. E lo fa senza il consenso del Parlamento Europeo.

La storia non ha insegnato niente, l'uomo continua a ripetere gli stessi errori.

L’intolleranza crea conflitti e ostilità e l’odio, si sa, genera altro odio.

'Se vuoi la Pace prepara la guerra, dicevano certi antenati’. Ma è così? Armarsi è un deterrente efficace? O, prima o poi, 'invoglierà' qualche potente al conflitto?

La Russia non ha mai smesso di armarsi, lo stesso ha fatto la Nato ed i paesi che ad essa aderiscono, l’Ucraina di Zelensky non fa altro che chiedere nuovi armamenti, Israele è un paese sempre in stato di belligeranza, eppure tutto questo non è servito ad impedire guerre ed occupazioni.

Le armi vengono costruite per essere utilizzate.

Enrico Berlinguer aveva ragione. Dobbiamo preparare la Pace per avere la Pace e non armarci per impedire la guerra.

Negli USA, dove circolano più armi che persone, non sono diminuiti i reati, anzi. Avere più armi non impedisce i conflitti.

L’Europa ha una lunga tradizione pacifista, i guerrafondai facciamoli fare ad altri.

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada.