lunedì 4 agosto 2025

‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’

C’è uno stretto legame tra religioni, sovranismi o fascismi e guerre. Un tragico connubio che riemerge con continuità nella storia dell’uomo. Un giorno riusciremo ad impedirlo?  

di Giovanni Pulvino

Foto da x.com
Una turista israeliana lancia una moneta nella fontana dei desideri di Roma e dice: ‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’.

Ed ancora: ‘Ogni bambino a Gaza dovrebbe morire di fame, lì non ci sono innocenti. La Torà ci dice che non dobbiamo lasciare alcuna traccia di loro, solo uno sciocco può avere pietà ed empatia per bambini che saranno futuri terroristi, spero che muoiano di fame’. Queste sono le parole pronunciate in un discorso pubblico da Ronen Shaulov, rabbino sionista molto popolare.

La destra religiosa radicale è alla guida di Israele ed una parte consistente di cittadini afferma senza esitazioni di voler sterminare gli arabi, tutto ovviamente nel nome di Dio. 

Donald Trump prega nello studio ovale in diretta televisiva e spesso sostiene di essere stato salvato da Dio. 

Putin e Orban si rifanno al ‘Divino’. 

Per non parlare dell’Iran e di Hamas, che dicono di agire in nome di Allah. 

Sono donna, madre, cristiana’ ha gridato spesso nei comizi Giorgia Meloni. Matteo Salvini gira baciando il crocifisso.

Quello che sta avvenendo in tanti paesi occidentali e non solo è un ritorno all’integralismo religioso o, quantomeno, al suo utilizzo politico.

Tutte le volte che i potenti fanno intendere di essere stati chiamati da ‘Dio’ iniziano i conflitti. 

Non è casuale.

Le ‘fedi’ e le ‘credenze’ dovrebbero propugnare la Pace, invece non è così, perché? La fratellanza è un principio che accomuna tutte le religioni, ma nessuna di esse ammette l’esistenza dell’altra, e se lo fa, lo fa con riluttanza. Non c’è possibilità di dialogo. Ci ha provato Papa Francesco, ma con scarsi risultati. 

Quando prevale il fondamentalismo i conflitti sono inevitabili.

Dicono di governare in nome di Dio e del popolo, ma lo fanno solo per giustificare le limitazioni delle libertà e per affermare una supremazia di razza e di valori che inevitabilmente porta ai conflitti che spesso sono armati.

E non importa se sono credenti oppure no. Chi ha il potere e vuole mantenerlo ne fa comunque un largo uso.

Radicalismo religioso e potere autoritario riemergono con continuità nella storia dell’uomo, perché? Entrambi ci liberano da un ‘fardello’ intellettuale: prendere le decisioni ed assumerci le nostre responsabilità.

È molto più semplice delegarle ad altri. È un fatto culturale e caratteriale. Il primo richiede impegno e sacrificio. Il secondo è una diretta conseguenza dello sviluppo sociale e civile di un popolo.

E per tanti ancora oggi è meno faticoso non impegnarsi per sé e per chi non c’è la fa da solo piuttosto che lottare per combattere le ingiustizie e le diseguaglianze.

domenica 3 agosto 2025

Alicudi come Fantozzi ha la sua nuvoletta

di Giovanni Pulvino

Alicudi, Sicilia - Foto di Giovanni Pulvino 2 agosto 2025

Cielo azzurro, mare piatto e là in fondo l'orizzonte che fa un tutt'uno, nient'altro, ma questo bastava e ancora oggi basta per non pensare, per dimenticarsi.

Non solo i colori, ma anche leggerezza ed uno scorrere lento ed inconsapevole del tempo e della vita che in esso si manifesta e si dilegua. 

È un attimo, solo un attimo. Poi il nulla, ecco cosa resterà, il nulla. Vorresti tornare indietro, ma non puoi, sei inchiodato al presente. Ed anche quando vorresti afferrare la realtà non puoi, è già oltre, è già passato. Rimane solo il ricordo, ma solo di chi c’era e c’è ancora. E tra poco neanche quello. Siamo memoria effimera. Solo un mucchio di pensieri a termine. Nient’altro.


martedì 29 luglio 2025

'In America il pecorino non lo sanno fare’, Francesco Lollobrigida

Continuano le dichiarazioni al limite del paradosso da parte di alcuni ministri del governo di Giorgia Meloni, ecco alcuni esempi

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida

29 luglio 2025. A proposito dei dazi imposti dagli USA Francesco Lollobrigida commenta: ‘I dazi non per tutti sono un dramma. In America il pecorino non lo sanno fare’.

Si chiama Crioterapia quella che praticano il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo ex cognato nonché ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Per rimanere giovani si sottopongono a sedute a 80 gradi sotto zero.

7 luglio 2025. Il vino della longevità di Francesco Lollobrigida: Nelle nazioni dove non si beve, si vive meno’.

5 luglio 2025. L’idea di Francesco Lollobrigida contro i dazi: ‘Vendiamo agli Usa la bresaola fatta con la loro carne’.

17 aprile 2025. Fabio Rampelli: ‘Non è la destra a essere cambiata, è il McDonald's che si è italianizzato’.

12 aprile 2025. Francesco Lollobrigida: ‘Il vino erano i cattolici nel diritto canonico che disciplinava questo prodotto fondamentale per la religione cristiana e che era stata ovviamente oggetto del primo miracolo di Cristo nella moltiplicazione di quello che per chi crede come noi certamente non può essere un veleno, altrimenti avremmo un problema con chi lo ha moltiplicato’.

25 marzo 2025. ‘Se c’è questo pezzo di me**a non parlo’, Giovanni Donzelli insulta cronista del Fatto che ha pubblicato le chat di Fdi.

21 marzo 2025. Non me ne frega un ca**o di quello che pensa Renzi’ ha detto  la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli mentre presiede l'Aula di palazzo Madama.

9 marzo 2025. Antonio Tajani ministro degli Esteri sulla sentenza Diciotti ha commentato: ‘Se ogni migrante clandestino fa una causa al Governo italiano faremo saltare i conti pubblici...tutti vorranno venire in Italia per speculare.

8 marzo 2025. Giovanni Donzelli FdI: ‘I bambini per non essere bullizzati, devono cercare di non essere deboli’.

6 marzo 2025. Giorgia Meloni: ‘La pressione fiscale aumenta per colpa di quelli che trovano un posto di lavoro’.

4 marzo 2025. ‘Sul lavoro si muore perché si è disattenti’, secondo Marcello Coppo, parlamentare di Fratelli d'Italia.

4 marzo 2025. Francesco Lollobrigida: ‘L’Iva sulle ostriche? Va ridotta dal 22% al 10%, non sono beni di lusso’.

26 febbraio 2025. ‘Se sei malata o incinta, dimettiti’. La frase è stata pronunciata della consigliera di Fratelli d'Italia Silvia Colombo in risposta ad una mozione, che chiedeva la possibilità di partecipare da remoto al Consiglio comunale per donne in gravidanza a rischio e neogenitori.

25 febbraio 2025. Daniela Santanchè, ministro del Turismo: ‘Porto il tacco 12, tengo al fisico e a vestirmi bene. Sono quello che odiate, avrò sempre tacco 12 e sorriso. Io combattuta dalla sinistra anche perché amo vestirmi bene’.

22 febbraio 2025. Francesco Lollobrigida: ‘Anche l’acqua fa male. L’abuso di acqua può portare alla morte: immaginate mettere un’etichettatura allarmistica sull’acqua?’.

mercoledì 23 luglio 2025

L’occupazione a Gaza sta sprofondando nell’orrore

L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

di Giovanni Pulvino

Gaza, 23 luglio 2025 - (foto da @spighissimo)
Ormai a Gaza sono stati superati tutti i limiti della dignità umana, non è solo genocidio, l’occupazione sta sprofondando nell’orrore. Non c’è un altro termine per definire quello che sta accadendo tra le macerie della Striscia. L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

I bambini muoiono di fame e di sete.

Eppure c’è ancora qualcuno che difende l’operato di Benjamin Netanyahu. Ci sarebbe da rivoltarsi invece si fa finta di nulla, com’è possibile?

Nei paesi cosiddetti democratici chi protesta contro questo dramma viene spesso identificato e arrestato in malo modo, oltreché essere additato di antisemitismo.

Qualche politico comincia a balbettare qualche protesta, ma perché non intervengono, loro possono farlo. Limitarsi a qualche rammarico verbale è indegno di un paese civile. È una presa in giro. Agite.

La strada indicata dal premier spagnolo Pedro Sánchez è quella giusta. No al riarmo. No al genocidio in Palestina. No all’orrore. No alla povertà. No alle diseguaglianze.

Non è complicato. Nel nostro mondo ci sono risorse e competenze per poterlo fare, ma perché non si agisce?

Ci sono persone che non sanno come spendere le loro ricchezze e ci sono milioni di individui che vivono nella povertà assoluta, ed anche chi lavora è povero. Come abbiamo fatto a creare un mondo così ingiusto e diseguale?

Eppure c’è chi difende questi valori e questi principi.

Ieri, alla Camera dei deputati, il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto il premio ‘Italia-Israele’ per sottolineare l’impegno e il sostegno del ministro nelle relazioni tra i due paesi. Che vergogna.

L’uomo è una delusione continua.

venerdì 18 luglio 2025

Provi a muoverti ma non ci riesci …

Il tempo trascorre ed è solo il tuo tempo che va via

di Giovanni Pulvino

Alicudi (Sicilia), 14 luglio 2025 (foto di Giovanni Pulvino)

Provi a muoverti ma non ci riesci. Riprovi, ma continui a rimanere fermo. I pensieri corrono, ma ogni gesto o movimento sono vani. Puoi solo rassegnarti e rimanere immobile o rinunciare e svegliarti. La decisone il più delle volte è involontaria, altre l’impossibilità del gesto o del movimento ti spinge verso la seconda ipotesi. In ogni caso tutto finisce nel nulla.

Quante volte ci siamo trovati in questi ‘sogni impossibili’. Cosa sono? Tutto sarebbe più leggero se non ci fossero. Ma ci sono e non possiamo evitarli.

Sigmund Freud li definiva ‘come la via regina per accedere all'inconscio'. Il sogno sarebbe 'l’espressione camuffata di desideri inconsci, spesso legati all’infanzia, che la coscienza non può accettare direttamente’.

Considerava l’incapacità di muoversi come ‘una manifestazione simbolica di un desiderio represso o di un conflitto interiore che la coscienza non riesce ad affrontare direttamente’.

Sarà così? Sono tante le cose che vorremmo fare ma non ci riusciamo. Siamo prigionieri dei nostri limiti, delle nostre incapacità.

Siamo quello che siamo e non possiamo farci nulla. Continuiamo a cercare quello che non possiamo avere. Non sappiamo accontentarci di quello che abbiamo. Non tutti almeno. Prevale l’egoismo. Restano i vuoti. Mancanze che ritornano inconsapevolmente nei nostri sogni, stanno lì a ricordarci che siamo fragili e impotenti di fronte agli eventi della vita.

Il tempo trascorre ed è solo il tuo tempo che va via.

Non riesci a muoverti, resti immobile, ingabbiato nel tuo guscio e, quel che è peggio, non stai dormendo.

Tenti, inutilmente, a fare un salto in avanti, a diventare una linea immaginaria come quella che delimita il confine tra il cielo e il mare, in bilico tra ciò che è e quello che vorresti che fosse e non è.

Poi provi a restare fermo, in silenzio, a pensare, a sentire una mancanza che sai che non potrà essere colmata. Tutto si muove, gira intorno nell’indifferenza e nell’incomprensione di chi non c’è.

Aspetti senza fretta, senza ansia, sai che è inutile farlo, ma aspetti, non puoi fare altro che aspettare.

Intanto, il tempo dato passa.

sabato 12 luglio 2025

Francesca Albanese: continuerò a fare quello che devo fare

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi

di Giovanni Pulvino

Francesca Albanese (foto da wikipedia.org)

Voglio dire, questo è un record. Sono la prima persona delle Nazioni Unite a cui sono state imposte sanzioni. Per cosa? Per aver fatto conoscere il genocidio? Per aver denunciato il sistema? Cioè, non mi hanno mai contestato i fatti. Ho dato a queste aziende l’opportunità di correggermi. Invece, sono andate a lamentarsi con l’amministrazione statunitense per trattarmi come stanno facendo loro. Va bene. Questo la dice lunga su chi sono. Continuerò a fare quello che devo fare. Si, certo, sarà dura. Io sono solo un essere umano, non sono neanche pagata per fare quello che faccio. Quindi sto mettendo in gioco tutto quello che ho. Se io posso farlo, tutti voi, tutta la vostra gente, tutti i vostri politici e la mia gente può fare almeno questo. Insieme possiamo resistere a questa pressione e insieme possiamo davvero uscire da questo genicidio con la speranza di un mondo migliore. Altrimenti sarà molto peggio’.

Con queste parole chiare, semplici e concise Francesca Albanese ha replicato al tentativo di intimorirla da parte dei cosiddetti ‘poteri forti’.

Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967 è stata minacciata di sanzioni dagli Stati Uniti. In particolare, si contesta il suo ultimo rapporto in cui denuncia oltre 60 aziende internazionali che sostengono l’occupazione israeliana.

Il dipartimento di Stato americano ha chiesto la sua rimozione accusandola di antisemitismo. Il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato sanzioni personale ed Israele l’ha dichiarata persona non gradita e le ha negato l’ingresso nel paese già nel 2024.

Nominate il 1° maggio del 2022 è la prima italiana a ricoprire questo ruolo.

I silenzi dei leader della Destra sulle minacce subite dalla nostra connazionale sono assordanti. In particolare quelli della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Pur di non contrariare l’amministrazione trumpiana, rimane in silenzio. E non è la prima volta che succede.

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi.

È un simbolo di giustizia.

Ed oggi rappresenta milioni di persone che hanno la medesima sensibilità e voglia di lottare per il bene comune.

Non scordiamolo mai, la vita è breve e tutti hanno il diritto di viverla dignitosamente e non importa se sono israeliani o palestinesi.

Fonte @espressonline

martedì 8 luglio 2025

‘Si chiama sostituzione etnica’, denunciava Giorgia Meloni nel 2017

Con il nuovo decreto flussi approvato dal consiglio dei Ministri entreranno in Italia 500mila migranti, lo stesso numero e lo stesso tempo che Giorgia Meloni denunciava come 'sostituzione etnica' nel 2017

di Giovanni Pulvino

Arrivi di migranti nei primi cinque mesi del 2023 (blu),
del 2024 (rosso) e del 2025 (verde) foto da @fawollo13
Le 'giravolte' di Giorgia Meloni ormai non si contano più, è un modo di operare tipico dei sovranisti e non solo in Italia. L’ultima in ordine di tempo è quella sul flusso migranti.

Ecco cosa sosteneva la presidente del Consiglio nel 2017: ‘Quello che abbiamo visto in Italia: 500.000 immigrati in tre anni. È un’invasione pianificata e voluta…. È manodopera a basso costo per il grande capitale che usa gli immigrati per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori italiani .. Capito il gioco. Il cerchio si chiude. Manovalanza a basso costo ‘schiavi da consegnare ai poteri forti e giovani italiani laureati si vadano a cercare lo stage fuori. Si chiama sostituzione etnica.  E noi non la consentiremmo’.

Invece.

L’obiettivo del decreto flussi approvato dal consiglio dei Ministri poche giorni fa: ‘è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale’.

Si tratta di 500mila persone in tre anni, esattamente lo stesso numero e lo stesso tempo che denunciava Giorgia Meloni nel 2017. Ed ancora ‘si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i paesi d’origine e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità’.

Non si comprende bene la differenza tra quelli che arrivano con i barconi e quelli che andiamo a prendere a casa loro e che si aggiungeranno ai cosiddetti 'clandestini'. Sempre migranti sono, anzi i secondi sono dei disperati che rischiano la vita pur di arrivare in Europa. Ma forse la Premier intende sceglierli, magari con la pelle bianca e comunque non africani. 

Fonte youtube.it

domenica 6 luglio 2025

Incomprensioni

Perché scrivo questi pensieri anche se so che è tutto inutile? Non credo ci sia una risposta e anche se ci fosse sarebbe inutile anche quella

di Giovanni Pulvino


Foto da tamdempsicologia.it
La vita è fatta di incomprensioni. I fraintendimenti sono la regola. Ed è inevitabile che sia così.

Elaborare pensieri di senso compiuto non è semplice. Condividerli è ancora più difficile.

Ogni essere ha un carattere, un’intelligenza, una memoria, strumenti e tempi di elaborazione propri, ect…

Le variabili per sviluppare e comunicare un pensiero sono tantissime e sono diverse per ogni individuo.

Comprendersi è impossibile. I silenzi a volte aiutano, ma non sono sufficienti per capirsi completamente. Uno sguardo o un gesto sinceri spesso dicono molto di più delle parole. Ma non basta, non basta.

Il ‘fanciullino’ è più sincero di un adulto perché non ha sovrastrutture, non ha modelli da rispettare, non ha rimpianti da cancellare. Eppure è tutto vano, quello che arriva è sempre un’altra cosa, non è comprensione ma un’interpretazione, che ogni volta è sempre diversa.

L’elaborazione è il primo passaggio, a volte essa è istintiva, altre è complessa e ‘pensata’. Tradurla in parole, gesti o silenzi è altrettanto complicato ed è diverso da un individuo ad un altro. L’ambiente e il livello culturale condizionano ed incidono sulla forma oltreché sul contenuto. Stesso limite per chi deve interpretare e comprendere, altri due passaggi inevitabili che ci allontanano dalla comprensione corretta del pensiero che è stato appena condiviso.

Elaborare, esprimere, ascoltare, comprendere è diverso per ciascuno di noi. Comprendersi è impossibile oltreché illusorio.  

Chi leggerà queste quattro righe come interpreterà quello che ho pensato? Di certo sarà sempre un’altra cosa. Ma che importa.

E poi, perché scrivo anche se so che è tutto inutile? Non credo ci sia una risposta e anche se ci fosse sarebbe inutile anche quella.

sabato 28 giugno 2025

Era il 16 marzo 1978 …

Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno ...

di Giovani Pulvino

Le prime pagine dell'Unità e di Lotta continua del
16 marzo e del 9 maggio 1978

Era il 16 marzo 1978, il giorno in cui le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro. Ero a Santo Stefano di Camastra ed ero appena uscito da scuola.  Non ricordo come appresi la notizia, allora non c’era internet e non esistevano i cellulari. Per avere informazioni certe era necessario ascoltare la radio o guardare la televisione o, il giorno dopo, leggere i quotidiani.

Allora andavamo in giro con l’Unità sotto il braccio. Ci fu un periodo in cui U Paisi arrivava persino Lotta Continua. Due fogli con quattro pagine, poco? Certo, ma era il simbolo di una generazione, di una generazione oggi tradita.

L’impegno politico e sociale era una necessità quasi fisica. Non era altro che il desiderio di 'cambiare il mondo’, di lottare per renderlo migliore per tutti, nessuno doveva rimanere escluso. Eravamo ingenui? Certo, ma ci credevamo.

La stessa speranza la vedevamo negli occhi delle persone quando facevamo il ‘porta a porta’. Si perché allora ‘fare politica’ era ‘fare militanza’ e non solo in occasione delle elezioni. In tanti si fidavano di noi o semplicemente condividevano anche loro quelle idee di giustizia e libertà.

Si faceva politica tutti i giorni, con i comportamenti, con l’impegno nello studio, con la condivisione di idee, con discussioni che, nello stesso tempo, erano 'accese' e 'inutili', ma allora tutto era possibile.

Un mio compagno di classe delle superiori un giorno mi disse che era fascista. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Gli chiesi perché, ma in realtà non lo sapeva neanche Lui. Il fascismo è odio e intolleranza, è ubbidire senza se e senza ma, è negazione del principio di solidarietà, è cancellazione delle libertà, è oppressione dei lavoratori ed ‘i poveri si meritano di essere tali’.

Non solo.

È la negazione della natura sociale dell’uomo, è una contraddizione morale e politica. È la sublimazione insensata e illogica dell’individualismo. Buono solo per pochi, i soliti noti, ma per gli altri, i tanti, cos’è se non ignoranza e rinuncia ad assumersi le proprie responsabilità limitandosi a delegarle al Capo?

Non so se convinsi il mio compagno, di certo lo feci riflettere ed alla fine non mi disse più di essere fascista.

Il 9 maggio del 1978 la televisione fece vedere le immagini del bagagliaio della Renault rossa dove c’era il corpo di Aldo Moro. Non si seppe nulla invece dell’assassinio avvenuto a Cinisi di Peppino Impastato, militante comunista di Democrazia proletaria assassinato dai sicari del boss di Cinisi Tano Badalamenti.

Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno. La violenza brigatista, quella stragista dei neofascisti e quella mafiosa posero fine alle illusioni, all’idea che un mondo più giusto fosse possibile.

Beppe Fenoglio né il Partigiano Johnny che comunista non era ha scritto: fino a quando ci sarà un patriota che lotta per la libertà e la giustizia la vittoria è possibile, quantomeno è immaginabile e già questo è tanto. 

lunedì 23 giugno 2025

‘Record di espatri e di immigrazione straniera’

Negli ultimi due anni 269.789 italiani sono emigrati, 760mila cittadini stranieri sono arrivati in Italia e nel Mezzogiorno c’è stato un calo di residenti di -116mila unità, a certificarlo sono i dati l'Istat che smentiscono l'enfasi sui risultati economici con cui si è espressa pochi giorni fa Giorgia Meloni

di Giovanni Pulvino

Un barchino di migranti sulle acque del mediterraneo

Nel biennio 2023-2024 secondo i dati Istat le immigrazioni di cittadini stranieri (760mila +31,1%) e gli espatri degli italiani (270mila + 39,30%) hanno raggiunto valori mai osservati negli ultimi dieci anni.

Nel 2024 gli arrivi sono stati 382.071, nel 2023 378.372. Nello stesso periodo sono emigrati 114.057 italiani e 155.732 l’anno successivo.

Dal Mezzogiorno al Centro-Nord si sono trasferiti 241mila residenti, contro i 125mila che hanno seguito la rotta inversa, questo significa che nel biennio preso in considerazione il Sud ha perso 116mila residenti.

I trasferimenti tra Comuni sono stati 2 milioni 847mila.

La mobilità interna media è stata del 21,7 per mille per i cittadini italiani, oltre il doppio per gli stranieri, cioè il 49,0 per mille.

L’aumento dei flussi sarebbe dovuto alle crisi e ai conflitti internazionali. Il principale Paese da cui provengono gli immigrati è l’Ucraina, seguono l’Albania, Bangladesh, Marocco, Romania, Egitto, Pakistan, Argentina e Tunisia. Questo ha determinato un aumento dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Il Mezzogiorno continua ad avere una dinamica migratoria negativa, mentre il Centro-Nord è l’area del Paese più attrattiva rispetto ai movimenti interni. In cima a questa graduatoria c’è la Basilicata (-5,6 per mille), seguita dalla Calabria (-5,0 per mille), e tra le città Vibo Valentia (-12,7 per mille).

Fonte istat.it

venerdì 20 giugno 2025

‘La povertà è ai massimi storici’

Secondo i dati Istat del 2023 cinque milioni 694mila persone, per un totale di 2 milioni 217mila famiglie vivono in povertà assoluta e 13 milioni rischiano di cadere in povertà

di Giovanni Pulvino

Andamento della povertà dal 2014 al 2023 - Foto da istat.it
I dati Istat del 2023 attestano che il 9,7% della popolazione, cioè un residente su dieci vive in povertà assoluta.

Si tratta di 5 milioni 694mila persone, per un totale di 2 milioni 217mila famiglie. Individui che non hanno il minimo necessario per vivere dignitosamente.

I soggetti a rischio povertà sono 13 milioni, pari al 23,1% della popolazione. Solo Bulgaria, Romania, Grecia, Lettonia e Lituania registrano livelli più elevati.

La media europea è al 21%.

Le categorie sociali più colpite sono i residenti nelle aree del Nord, le famiglie di stranieri, i minori e i ‘lavoratori poveri’.

Il numero è raddoppiato nel settentrione (quasi un milione), mentre è più contenuta nelle altre aree del Paese. Le ragioni sono semplici. Nelle regioni del Nord si concentra il 60% della popolazione immigrata che registra il 35,1% di nuclei in povertà assoluta contro il 6,3% di quelli italiani.

Un altro elemento è il lavoro povero. L’8% degli occupati non riesce a raggiungere un livello di vita dignitoso.

Questi dati sono stati confermati dal rapporto Caritas 2025.

Dal 2012 il numero di persone che si trova un una condizione ‘di disagio stabile e prolungato’ è raddoppiato.

Riguarda soprattutto gli over 65 e le persone che pur lavorando rimangono povere. Quindici anni fa erano il 15% oggi sono circa il 30%.

Le criticità sono due: la casa e la salute. ‘Due dimensioni che rappresentano vere e proprie emergenze sociali’.

Secondo la Caritas è l’effetto cumulativo delle crisi economico-finanziarie che hanno colpito l’Italia negli ultimi anni. Nel 2008 il crollo di Lehman Brothers, nel 2011 la crisi debito sovrano, nel 2020 la pandemia da Covid-19, infine, negli ultimi due anni l’inflazione.

Dato quest’ultimo certificato dall’Istat. Dal 2019 al 2024 i salari reali in Italia sono diminuiti dell’8,7%, il dato più elevato tra i Paesi del G20

In Italia anche chi lavora è povero.

Fonti istat.it e caritas.it

lunedì 16 giugno 2025

Bersani: ‘Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’

L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell'Occidente. Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica

di Giovanni Pulvino

Rifugiati palestinesi nel 1948 - (foto da wikipedia.org)

Israele sta bombardando cinque paesi contemporaneamente: Palestina, Libano, Siria, Iran e Yemen. Ha centinaia di testate nucleari e sta dicendo al resto del mondo voi non dovete avere armi nucleari. Noi possiamo averle, voi no. Perché? Ma soprattutto può fare tutto questo senza il sostegno dei paesi occidentali, in particolare degli USA?

Il conflitto israeliano/palestinese nasce alla fine del 1800. Fu allora che in Europa si affermò l'idea di uno Stato ebraico in Palestina.

La questione si ripropose dopo la fine della Prima Guerra mondiale.

Con il Mandato britannico emesso nel 1922 la Società delle Nazioni riconobbe il diritto degli ebrei ad avere uno Stato in Palestina.

Nel 1939 la St. Louis, un transatlantico tedesco, divenne famoso per aver effettuato un viaggio con 963 ebrei che fuggirono dalla Germania, ma che nessuno voleva accogliere. 

Il 29 novembre 1947 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 181 con la quale si raccomandava la spartizione della Palestina in uno Stato arabo, in uno ebraico e lo status internazionale per Gerusalemme.

Nel 1948 il Regno Unito che occupava la Palestina annunciò il ritiro delle sue truppe.

Lo Stato di Israele nasce per dare una terra a chi era scampato all’Olocausto e per dare una 'casa' ai tanti ebrei sparsi nel mondo, ma anche per dare continuità alla presenza Occidentale in Medio Oriente.

Tutto si tiene.

Netanyahu e i suoi alleati di governo vogliono cacciare i palestinesi dalla Palestina e gli USA voglio mantenere il controllo in quell'area strategica.

Dopo la distruzione della Siria, dell’Iraq, non rimane che l’Iran ad ostacolare l’espansione geopolitica degli USA.

Un Paese con appena sette milioni di abitanti può imporre da solo la sua volontà ad un altro che di abitanti ne ha circa 90 milioni? L’attacco di Israele all'Iran è funzionale agli interessi politici dell’Occidente.

E quella di Pier Luigi Bersani non è una battuta è una constatazione: Israele è la 51esima stella nella bandiera americana’.

Vittima della storia e di interessi contrapposti il popolo palestinese ha una sola colpa: quella di esistere e di voler vivere nella sua terra. 

Fonte wikipedia.org

giovedì 12 giugno 2025

Oggi la solidarietà è considerata un crimine

Siamo stati rapiti in acque internazionali’, Greta Thunberg espulsa in Francia lancia pesantissime accusa ad Israele

di Giovanni Pulvino

Greta Thunberg, 9 giugno 2025

Questa è l’ennesima violazione dei diritti internazionali, che si aggiunge alla lista delle innumerevoli violazioni di questo tipo, soprattutto nei confronti de palestinesi, che Israele sta commettendo, bloccando e impedendo agli aiuti umanitari di entrare a Gaza. Questo è illegale. Hanno compiuto un atto illegale sequestrandoci in acque internazionali e contro la nostra volontà, portandoci in Israele, tenendoci nella stiva della nave, non permettendoci di uscire e così via. Ma questa non è la vera notizia. La vera notizia è che c’è un genocidio in corso a Gaza e una sistematica fame a seguito dell’assedio e del blocco che impedisce a cibo, medicine, acqua, di cui c’è un disperato bisogno, di entrare a Gaza e a cui ci viene impedito di farlo. Ma naturalmente ci sono molti tentativi come questa missione, sia via mare che via terra, per rompere l’assedio e aprire un corridoio umanitario’, Greta Thunberg.

L’unica colpa dei 12 attivisti è stata quella di aver tentato di portare aiuto ad un popolo sotto assedio. Nessuna minaccia, nessuna arma, solo coraggio e umanità verso un popolo oppresso da decenni di apartheid ed ora da una sanguinosa occupazione militare.

La Madleen, piccola nave della speranza, prende il nome da una donna palestinese, unica a svolgere a Gaza il lavoro di pescatrice. Il fratello Kayed è stato ucciso lo scorso anno dall’esercito israeliano mentre partecipava ad una manifestazione.

Io sono una pescatrice, chiedo solo di vivere a Gaza e di lavorare con dignità, di pescare nel nostro mare senza limiti, di vedere i nostri figli crescere sereni, senza il timore di essere bombardati, perché possano giocare, studiare, andare a scuola come tutti i bambini del mondo’, ha dichiarato in un’intervista Madleen Kulab.

Quanta dignità in queste parole.

Il peccato originale commesso dai palestinesi è quello di esistere e di voler vivere nella loro terra.

Perché sta succedendo tutto questo? La risposta di Greta Thunberg alla domanda posta dalla giornalista è stata: ‘A causa del razzismo, questa è la risposta semplice, direi. Il razzismo è, fondamentalmente, la difesa disperata di un sistema mortale e distruttivo che sistematicamente dà la priorità al profitto economico nel breve periodo e alla massimizzazione del potere geopolitico rispetto al benessere degli esseri umani e del pianeta. E in questo momento è molto, molto difficile da difendere moralmente. È impossibile, ma stanno ancora cercando disperatamente di farlo’.

Fonte nena-news.it

giovedì 5 giugno 2025

‘Licenziati e stai zitto’

Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, ma sarà così? 

di Giovanni Pulvino

Fax simili schede elettorali referendum 8 e 9 giugno
Pochi giorni fa un operaio è caduto da un ponteggio senza protezioni di sicurezza, il datore di lavoro prima di portalo in ospedale gli ha fatto cambiare gli abiti e lo ha minacciato dicendogli: licenziati e stai zitto’.

Nel giugno di un anno fa un lavoratore indiano irregolare, Satnam Singh così si chiamava, a seguito di un incidente sul lavoro non è stato portato al Pronto soccorso, come chiedevano i suoi compagni, ma è stato abbandonato davanti alla sua abitazione, dove è morto dissanguato. Il datore di lavoro, se così possiamo chiamarlo, non ha neanche tentato di salvarlo, si è solo preoccupato della sua azienda e della perdita di profitto che avrebbe avuto.

Ogni giorno nel nostro Paese tre lavoratori si recano al lavoro, ma, vittime di un incidente, non fanno ritorno alle loro abitazioni. Le leggi ci sono ma non bastano. Cosa non funziona?

Una delle motivazioni è il cosiddetto contratto in subappalto. Le commesse più importanti, quelle milionarie per intenderci, di solito sono aggiudicate a grandi imprese, spesso multinazionali, ma i lavori sono eseguiti in subappalto da aziende di piccole dimensioni che a volte sono a conduzione familiare. Queste ultime per evitare perdite o per non ridurre il limitato guadagno tagliano i costi sulla sicurezza aumentando invidiabilmente i rischi di infortunio per i quali sono le sole ad essere responsabili.

Votando Si al referendum dell’8 e 9 giugno le imprese che hanno vinto l’appalto rimarranno responsabili in solido con le subappaltanti. Dovranno cioè farsi carico della sicurezza e non limitarsi a delegarlo alle aziende più piccole.

Maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro, meno precarietà, salari più alti e più diritti dovrebbero motivare la maggioranza degli elettori indipendentemente dalle motivazioni politiche, sarà così? 

Ed è bene ricordare che è astensione dal voto recarsi al seggio e rifiutare le schede come ha detto inopinatamente la presidente del Consiglio. ‘Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni’, ha dichiarato. Ma che senso ha andare al seggio per non votare?

Quello di Giorgia Meloni è un chiaro invito all’astensione senza dirlo apertamente, è una ‘furbata da politicante’, ma può farlo il capo del Governo? Dopo Ignazio La Russa, presidente del Senato, ora ad incitare al non voto è la leader di FdI, ma qual è il loro scopo?

lunedì 2 giugno 2025

C’è ancora domani

Senza la lotta di Liberazione dal nazifascismo non ci sarebbe stato il 2 giugno 1946. Quel giorno con il voto delle donne l'Italia diventa una Repubblica, grazie anche per questo.

Video da YuoTube

sabato 24 maggio 2025

‘Fate silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono’

‘Sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa’. Questa è la definizione di genocidio dell’enciclopedia Treccani

di Giovanni Pulvino

Gaza, foto da @LaSkilly
Un paese sano non combatte i civili e non uccide i bambini per hobby né si pone come obiettivo espellere totalmente una popolazione. Questo governo mette a repentaglio la nostra esistenza’, ha dichiarato Yair Golan, ex generale Idf, e leader dell'opposizione israeliana.

Secondo l’ONU si intendono per genocidio ‘gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’.

Genocidio, strage di civili, crimini di guerra, pulizia etnica, effetti collaterali, occupazione militare, possiamo utilizzare indifferentemente uno di questi termini ma non si può non inorridire di fronte ad oltre 50 mila civili uccisi, di cui circa 15 mila sono bambini.

A questi un giorno si aggiungeranno quelli sepolti sotto le macerie, quelli che rimarranno mutilati per tutta la vita e quelli che rimarranno orfani. 

Perché? Perché? Perché?

Che tristezza vedere questi adolescenti girare tra le macerie di quelle che una volta erano le loro case. E vederli sorridere se ritrovano un oggetto o un piccolo ricordo di cosa è stata la loro vita fino a pochi mesi fa.

Che dolore vederli piangere abbracciati ad un adulto che non è il loro papà che non c’è più, o la loro mamma che è sepolta sotto le macerie.

Che sofferenza vedere questi genitori che si disperano tenendo in braccio i corpicini esanimi dei loro bambini che non potranno godere il tempo che è dato a noi che guardiamo tutto questo con indifferenza o impotenza.

Che rabbia vederli raschiare inutilmente i pentoloni di cibo vuoti o vederli ridotti a scheletri per la fame.

No, l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre non può giustificare tutto questo.

È tutt’altro. Sono atti commessi con l’intenzione di distruggere e di uccidere. La guerra non si dovrebbe fare mai, ma quando si fa è perché si ha di fronte un altro esercito non una popolazione inerme.  

Usiamo il termine che ci sembra più adatto, ma gridiamolo, gridiamolo forte affinché giunga alle orecchie di chi può fermare tutto questo. Affinché giunga nei cuori di chi è sordo alla misericordia, di chi continua a seminare odio e dolore.

'Facciamo silenzio quando i bambini dormono, non quando muoiono'.

Non dimentichiamolo mai: la vita è breve per tutti, ebrei, palestinesi, sionisti, islamici, russi, ucraini … nessuno è escluso. Il tempo dato è poco e tutti hanno il diritto di viverlo dignitosamente.