lunedì 15 settembre 2025

Era un appuntamento settembrino che non capivamo

Eravamo un bel gruppetto di torremuzzari di tutte le età. Non ricordo bene chi ci fosse, ma non importa 

di Giovanni Pulvino

La chiesa del Letto Santo, Santo Stefano di Camastra (Sicilia) - Foto di Nicolò Serraino

La prima volta fu una scoperta, poi divenne un’abitudine, ma non duro a lungo. Era un appuntamento settembrino che non capivamo, ma che ripetevamo inconsapevoli. Per i nostri genitori, gli zii e i nonni era un 'Voto' al Letto Santo, per noi era solo una ‘sfida’ con noi stessi e con chi arrivava per primo.

Eravamo un bel gruppetto di torremuzzari di tutte le età. Non ricordo bene chi ci fosse, ma non importa. C’erano i nostri familiari, questo è sicuro.

Partivamo di notte, per noi ragazzi era come vivere un’avventura. Subito si formavano piccoli gruppi. Percorrevamo soprattutto strade di campagna. Tutte in salita. Attraversavamo i cincu ponti, passavamo vicino al cimitero nuovo di Santo Stefano, accanto al Collegio e poi ancora più su, tra alberi, arbusti e viottoli.

I più anziani rimanevano indietro, ma questo era scontato. Non so come facevamo a riconoscere la strada, ma non perdemmo mai la direzione. A volte si sbucava sulla statale, poi sullo sterrato, poi di nuovo un tratto sulla statale o in campagna e così di seguito. Non provavamo stanchezza o paura. Era un ‘gioco’. Bevevamo l’acqua fresca delle sorgenti che incontravamo e non ci chiedevamo se fosse potabile oppure no, lo davamo per scontato.

Le prime luci dell’alba indicavano che la meta era vicina. L’ultimo tratto era una vera e propria salita che affrontavamo per accorciare, con la statale avremmo allungato. 

Si respirava un’aria pura, di montagna. E non importava chi arrivava per primo. Le bancarelle lungo la strada e nella piccola piazzetta ci ricordavano che era un giorno di festa. I devoti che affluivano al Santuario erano intenti ad entrare in Chiesa. Le messe si susseguivano già di primo mattino. Non c'era tanta gente. Era un fresco mattino di settembre. Ed era già memoria.

Il ‘Voto’ era stato adempiuto. Per i nostri genitori era importante, ma allora non lo capivamo. Non so neanche perché questo luogo sacro si chiama Letto Santo. C’è una chiesetta su un promontorio, nient’altro. Non ho mai indagato ed ora che potrei farlo preferisco non sapere, chissà perchè?

Una volta, circa tre secoli fa, Santo Stefano di Camastra era situata in questa zona poi una frana costrinse i residenti a ricostruire il paese più in basso, quasi in marina, ma i stifanari non sono mai stati pescatori. Questo ci distingue. Portarono con loro l’arte delle ceramiche, ma u Paisi non è mai stato un borgo marinaro.

U Lettu Santu era ed è la ricorrenza religiosa più importante per i 'cattolici' di Santo Stefano e non solo. Non è un caso che in tanti hanno la seconda casa attorno al Santuario. Nelle prime due settimane di settembre u Paisi si svuota, parte della popolazione si trasferisce in campagna. La Festa è diventata un'occasione per fare scampagnate. Ormai è un evento che unisce in modo innocente sacro e profano.

In una delle bancarelle c'era u Caliaru ...

Il sole alto e l'uscita dei pellegrini dalla chiesetta ci faceva capire che la messa era finita e che era giunto il momento di ritornare al Borgo. Non ricordo come facevamo. Sicuramente non a piedi. Prima di andare non dimenticavamo di compare a calia appena arrustuta, gli zuccherini colorati, gli arachidi, i salativi di cui non ricordo il nome, ect... . In Sicilia non c'è ricorrenza padronale senza queste bancarelle e queste piccole leccornie.

Con il passare del tempo il 'pellegrinaggio' settembrino finì, almeno pi torremuzzari. A Santo Stefano c’è ancora una piccola comunità che mantiene la tradizione, ma il numero dei fedeli che ripete il 'Voto' sta diminuendo. È la conseguenza della cosiddetta secolarizzazione della Chiesa ed è un evento inevitabile.

Per i ragazzini del Borgo era un 'gioco' ed oggi rimane questo flebile ricordo, null’altro.

venerdì 5 settembre 2025

Le guerre dimenticate

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada

di Giovanni Pulvino

Gaza - (foto da Emergency)

Ho chiesto a Copilot (Ai di Microsoft) di fare un elenco dei conflitti oggi in atto nel mondo, ecco la risposta: ‘Purtroppo, il numero è in crescita: si contano 56 conflitti in corso, il dato più alto dalla Seconda Guerra Mondiale’. Vediamone alcuni.

Europa ed Asia Centrale: guerra tra Russia e Ucraina iniziata nel 2022 che sta causando gravi perdite umane e instabilità regionale; Nagorno-Karabakh, nonostante il cessate il fuoco, sono persistenti le tensioni tra Armenia e Azerbaigian.

Medio Oriente: occupazione israeliana della Palestina; Siria, dopo la caduta di Assad, è frammentata e instabile; Yemen, guerra civile tra il governo e i ribelli Houthi.

Africa: Sudan, 150.000 vittime nel conflitto tra Esercito e Forze di Supporto Rapido; Sahel (Mali, Burkina Faso e Niger), continui attacchi Jihadisti e conflitti etnici; Etiopia nella regione del Tigray, scontri etnici e tensioni post-belliche; Somalia, attacchi del gruppo al-Shabaab.

Asia: in Myanmar dopo il colpo di Stato del 2021 è in corso la guerra civile con milioni di sfollati; Afghanistan, in alcune regioni è attiva la resistenza armata contro il governo talebano.

America latina: Messico, continua il conflitto tra i cartelli della droga e le forze di sicurezza; ad Haiti e Venezuela episodi di violenza armata.

L'elenco è lungo ed è difficile riportare tutti i conflitti in corso, come è difficile contare i morti ed i feriti che stanno provocando.

Le vittime registrate nel 2022 sono state 153.100, nel 2023 sono state 170.700, per il 2024 le proiezioni prevedono un aumento del 30%, cioè circa 230.000 decessi.

L’Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite segnala un costante aumento dei decessi di minorenni, se ne contano oltre 11.600, tra vittime e mutilati, nel solo 2023.

In Palestina si contano oltre 67.000 morti a cui si dovranno aggiungere quelli che sono sotto le macerie. Di questi oltre l’83% sono civili e secondo alcune fonti i bambini rimasti uccisi sono oltre 17mila. I deceduti per fame secondo l’ONU sarebbero centinaia, ma il numero cresce ogni giorno. I feriti sono oltre 155.000.

Non sappiamo quanti morti e mutilati sta provocando la guerra tra Russia e Ucraina. E forse non lo sapremo mai.

A causa dei conflitti oltre 100 milioni di persone sono state costrette a migrare.

Quanto altro dolore dobbiamo provocare prima di comprendere che le guerre non servono a nulla, ma perché continuiamo a farle? Perché?

Fonte Copilot

sabato 30 agosto 2025

Agosto

È un silenzio che non viene

di Giovanni Pulvino

Torremuzza, tramonto agosto 2019 - (foto di Erina Barbera)

Stai con la testa bassa per contare i passi, ma non è per questo che lo fai.

Tenti inutilmente di estraniarti da ciò che ti circonda, di non guardare chi ti sta intorno, di impedire al pensiero di tornare al punto di partenza, sempre lo stesso punto, sempre lo stesso vuoto, sempre la stessa mancanza.

Riprendi a camminare, ancora più veloce, perdi il conto, perdi il senso e non riesci più a fermarti.

Non c’è una meta, è solo una fuga, ma è tutto inutile.

Anche ad agosto il mare è piatto. Ed il sole ogni sera si dilegua all’orizzonte.

Resterà un pensiero. Non c’è nient’altro.

Eppure: ‘C’è gente che ama mille cose, e si perde per le strade del mondo’ …

Cerca quello che non ha, ma finisce per perdersi. Fa qualcosa per dimenticarsi, si questo è lo scopo, dimenticarsi. 

Ma è solo un silenzio che non viene.

sabato 23 agosto 2025

‘Il grande regno di Israele 1000 anni prima di Cristo non è mai esistito’

'Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa, Alessandro Barbero

di Giovanni Pulvino

Video da YouTube

Io vorrei finire rapidamente ricordandovi come è facile che il passato ci sorprenda e che quindi noi siamo costretti a scoprire che la nostra visione del passato in realtà era tutta sbagliata. Succede continuamente e può succedere per mille motivi. Per tanto tempo gli storici per esempio facendo la storia degli ebrei hanno raccontato del grande regno di Israele che mille anni prima di Cristo esisteva in Palestina. Un grande potente regno con una grande città come capitale Gerusalemme, grandiosi edifici, il tempio di Salomone. I suoi gloriosi Re, Davide, Salamone. Gli storici raccontavano questo perché le uniche fonti che avevamo erano i racconti dell’antico testamento. Poi gli archeologi israeliani hanno cominciato a scavare alla ricerca di questo grande regno e della sua grande capitale. Hanno cominciato a scavare, hanno continuato a scavare. Dopo un po' hanno cominciato a dirsi: ma sai che qui non viene mica fuori niente. Veramente siamo arrivati allo strato di 1000 anni fa, non c’era niente. Qualche focolare di nomadi. Dopo un po' gli storici e gli archeologi israeliani hanno cominciato a dirlo che loro stan trovando questo. Ovviamente i politici israeliani non sono stati contenti e neanche l’opinione pubblica. Ma e va detto a imperituro onore degli archeologi israeliani, gli archeologi israeliani sono andati avanti e hanno dimostrato che il grande regno di Israele1000 anni prima di Cristo non è mai esistito. Non c’era Gerusalemme, non c’era il tempio di Salomone. Non c’era niente, solo dei nomadi che vagavano nella steppa. Alessandro Barbero

domenica 17 agosto 2025

Si, il mondo dei sognatori esiste e meno male che esiste

'Alcuni piagnucolano, altri bestemmiano ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti', Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

di Giovanni Pulvino

La nave Global Sumud Flotilla e Francesca Albanese

Che tristezza sarebbe il mondo se non ci fossero i sognatori. La storia è fatta da coloro che lottano per il benessere di tutti, che ci credono nonostante tutto, che confidano nella generosità dell’uomo, che lottano perché tutti possano vivere una vita dignitosa.

Senza i sognatori tutto sarebbe più ingiusto.

I palestinesi dovrebbero rassegnarsi ad abbandonare la loro terra o lasciarsi morire come facevano i Muselmann nei campi di concentramento fascisti e nazisti.

Gli ucraini ed i russi dovrebbero a combattere fino al reciproco sterminio, anche se, è certo, non ci riusciranno.

I migranti che tentano di attraversare il Mediterraneo dovrebbero continuare a subire le violenze dei loro carcerieri, degli scafisti, oppure rischiare di morire nelle acque del Mediterraneo, e se riescono ad arrivare sulle coste italiane magari finire a Gjadër in Albania senza comprendere il perché. Certo tutto sarebbe più semplice se restassero ‘a casa loro’ per continuare a morire di fame o per subire la sopraffazione del potente di turno.

I poveri dovrebbero accettare la loro miseria. I disabili dovrebbero rassegnarsi alla sofferenza e alla solitudine. 

Chi non ha diritti dovrebbe accettare solo i doveri e le umiliazioni.

I lavoratori non dovrebbero più lamentarsi se rischiano la vita o percepiscono uno stipendio da fame, anzi dovrebbero ringraziare il datore di lavoro e dovrebbero essere contenti di continuare ad arricchirlo con le loro fatiche.

Gli elettori non avrebbero motivo di sostenere chi vuole cambiare la società.

Si, tutto sarebbe più semplice, i ricchi sarebbero sempre più ricchi e i figli dei ricchi continuerebbero a diventare ricchi a loro insaputa, mentre i poveri dovrebbero continuare ad esserlo per ’colpa loro’ e delle loro incapacità e così i loro figli.

Ma c’è chi non si rassegna ed ancora ci crede.

Come coloro che hanno letto nel giorno e nel luogo dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema, dove morino 560 civili innocenti, i nomi dei bambini, 16 israeliani e 12 mila palestinesi, morti dal 7 ottobre ad oggi.

Grazie al cardinale Matteo Zuppi ed a chi non si è perso d’animo ed ha ricordato le vittime innocenti di GazaChe questo resti ad eterna memoria di coloro che ancora oggi fanno finta di nulla, che sono indifferenti di fronte alle atrocità che l’uomo continua a compiere.

Grazie a Francesca Albanese che con tenacia denuncia il genocidio dei palestinesi.

Grazie agli operatori della sanità che rischiano la vita per portare le cure a chi non può permetterselo.

Grazie a tutti coloro che in silenzio lottano contro le ingiustizie.

Si, il mondo dei sognatori esiste e meno male che esiste.

mercoledì 13 agosto 2025

La piazzetta ‘ru tabacchinu’

Quando si è giovani si pensa sempre che ci sarà un ‘dopo’, che ci sarà sempre tempo, ma così non è

di Giovanni Pulvino

La piazzetta ru tabacchinu, 4 aprile 2008 (foto di Antonino Ciccia)

Stavamo seduti sul marciapiede, sugli scalini delle abitazioni o sul girello in ferro posto proprio al centro della piazzetta. Da lì potevamo vedere a vanedra ed il giardino, si fa per dire, della casa ra signurina Busalacchiu bagghiu, la via Nazionale, u tabacchino che era già chiuso, uno spicchio di mare, u stabilimentu e la strada che porta a Villa Margi.

Stavamo lì a sprecare il nostro tempo, la nostra breve ed inutile adolescenza. Ognuno con i suoi pensieri e con la leggerezza e l’incoscienza dovuti all’età. 

Quando si è giovani si pensa sempre che ci sarà un ‘dopo’, che ci sarà sempre tempo, ma così non è.

Nelle serate di luglio non mancava nessuno o quasi. C’erano anche i torremuzzari 'acquisiti' o quelli che vedevamo solo in quelle settimane estive. Si formavano dei piccoli gruppetti, a dire il vero sempre gli stessi. Qualcuno si alzava a fare una passeggiata sulla via Nazionale, per poi tornare al punto di partenza. Eravamo al centro della frazione e non c’era nessuna possibilità di sfuggire al controllo degli zii e delle zie. Questo ci dava certezze, ma non c’era nessuna privacy. Tutto ci limitava, ma non poteva che essere così.

Chissà perché questo ricordo torna sempre e perché sento il bisogno di condividerlo.

Una sera due nostri compagni ‘bisticciarono’. Forse qualche parola di troppo o un’avance inopportuna, di certo non correva un buon rapporto tra loro due. La cosa mi dispiacque per entrambi. Tutti videro la scena e non è stata una bella scena. Dopo, rimasero la 'rabbia' di Lei e la sorpresa e la 'vergogna' di Lui, ma non fu difficile capire il perché di quel gesto. A volte i pensieri che interpretiamo sono diversi da quelli elaborati ed espressi da chi ci sta di fronte e soprattutto da chi ci sta più a cuore. Comprendersi è impossibile oltreché illusorio. 

Ora stanno lì, senza corde, ci sono, sono nuove, ma stanno senza corde ...

Sul tardi non poteva mancare la chitarra. Cantare e suonare sottovoce era complicato. Disturbare chi aveva voglia di dormire era inevitabile. Lo spartito stava per terra o sulle gambe del 'chitarrista', i più bravi iniziavano a cantare, gli altri seguivano con un po' di incertezza, ma alla fine era un coro vero e proprio. Ed erano vani i tentativi di far abbassare il tono della voce, come erano inevitabile le proteste di chi abitava proprio lì e voleva dormire. Spostarci sulla Nazionale era inutile, ma, dopo un po', per educazione e per rispetto smettevamo. Ovviamente tutto ricominciava la sera dopo, e così per tutta l’estate e per quelle successive.

E' un tempo che non ci appartiene.

Non c’era altro. L’unico ‘bene’ che avevamo era la nostra gioventù e le nostre illusioni. Ma questo lo comprendi dopo, quando non puoi più tornare indietro.

Erano momenti per dimenticarsi, momenti che sarebbero rimasti impressi nella nostra memoria e che oggi rivivono ancora una volta, l’ultima.

lunedì 4 agosto 2025

‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’

C’è uno stretto legame tra religioni, sovranismi o fascismi e guerre. Un tragico connubio che riemerge con continuità nella storia dell’uomo. Un giorno riusciremo ad impedirlo?

di Giovanni Pulvino

Foto da x.com
Una turista israeliana lancia una moneta nella fontana dei desideri di Roma e dice: ‘E con l'aiuto di Dio, bruceremo tutti questi arabi’.

Ed ancora: ‘Ogni bambino a Gaza dovrebbe morire di fame, lì non ci sono innocenti. La Torà ci dice che non dobbiamo lasciare alcuna traccia di loro, solo uno sciocco può avere pietà ed empatia per bambini che saranno futuri terroristi, spero che muoiano di fame’. Queste sono le parole pronunciate in un discorso pubblico da Ronen Shaulov, rabbino sionista molto popolare.

La destra religiosa radicale è alla guida di Israele ed una parte consistente di cittadini afferma senza esitazioni di voler sterminare gli arabi, tutto ovviamente nel nome di Dio. 

Donald Trump prega nello studio ovale in diretta televisiva e spesso sostiene di essere stato salvato da Dio. 

Putin e Orban si rifanno al ‘Divino’. 

Per non parlare dell’Iran e di Hamas, che dicono di agire in nome di Allah. 

Sono donna, madre, cristiana’ ha gridato spesso nei comizi Giorgia Meloni. Matteo Salvini gira baciando il crocifisso.

Quello che sta avvenendo in tanti paesi occidentali e non solo è un ritorno all’integralismo religioso o, quantomeno, al suo utilizzo politico.

Tutte le volte che i potenti fanno intendere di essere stati chiamati da ‘Dio’ iniziano i conflitti. 

Non è casuale.

Le ‘fedi’ e le ‘credenze’ dovrebbero propugnare la Pace, invece non è così, perché? La fratellanza è un principio che accomuna tutte le religioni, ma nessuna di esse ammette l’esistenza dell’altra, e se lo fa, lo fa con riluttanza. Non c’è possibilità di dialogo. Ci ha provato Papa Francesco, ma con scarsi risultati. 

Quando prevale il fondamentalismo i conflitti sono inevitabili.

Dicono di governare in nome di Dio e del popolo, ma lo fanno solo per giustificare le limitazioni delle libertà e per affermare una supremazia di razza e di valori che inevitabilmente porta ai conflitti che spesso sono armati.

E non importa se sono credenti oppure no. Chi ha il potere e vuole mantenerlo ne fa comunque un largo uso.

Radicalismo religioso e potere autoritario riemergono con continuità nella storia dell’uomo, perché? Entrambi ci liberano da un ‘fardello’ intellettuale: prendere le decisioni ed assumerci le nostre responsabilità.

È molto più semplice delegarle ad altri. È un fatto culturale e caratteriale. Il primo richiede impegno e sacrificio. Il secondo è una diretta conseguenza dello sviluppo sociale e civile di un popolo.

E per tanti ancora oggi è meno faticoso non impegnarsi per sé e per chi non c’è la fa da solo piuttosto che lottare per combattere le ingiustizie e le diseguaglianze.

domenica 3 agosto 2025

Alicudi come Fantozzi ha la sua nuvoletta

di Giovanni Pulvino

Alicudi, Sicilia - Foto di Giovanni Pulvino 2 agosto 2025

Cielo azzurro, mare piatto e là in fondo l'orizzonte che fa un tutt'uno, nient'altro, ma questo bastava e ancora oggi basta per non pensare, per dimenticarsi.

Non solo i colori, ma anche leggerezza ed uno scorrere lento ed inconsapevole del tempo e della vita che in esso si manifesta e si dilegua. 

È un attimo, solo un attimo. Poi il nulla, ecco cosa resterà, il nulla. Vorresti tornare indietro, ma non puoi, sei inchiodato al presente. Ed anche quando vorresti afferrare la realtà non puoi, è già oltre, è già passato. Rimane solo il ricordo, ma solo di chi c’era e c’è ancora. E tra poco neanche quello. Siamo memoria effimera. Solo un mucchio di pensieri a termine. Nient’altro.


martedì 29 luglio 2025

'In America il pecorino non lo sanno fare’, Francesco Lollobrigida

Continuano le dichiarazioni al limite del paradosso da parte di alcuni ministri del governo di Giorgia Meloni, ecco alcuni esempi

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida

29 luglio 2025. A proposito dei dazi imposti dagli USA Francesco Lollobrigida commenta: ‘I dazi non per tutti sono un dramma. In America il pecorino non lo sanno fare’.

Si chiama Crioterapia quella che praticano il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il suo ex cognato nonché ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. Per rimanere giovani si sottopongono a sedute a 80 gradi sotto zero.

7 luglio 2025. Il vino della longevità di Francesco Lollobrigida: Nelle nazioni dove non si beve, si vive meno’.

5 luglio 2025. L’idea di Francesco Lollobrigida contro i dazi: ‘Vendiamo agli Usa la bresaola fatta con la loro carne’.

17 aprile 2025. Fabio Rampelli: ‘Non è la destra a essere cambiata, è il McDonald's che si è italianizzato’.

12 aprile 2025. Francesco Lollobrigida: ‘Il vino erano i cattolici nel diritto canonico che disciplinava questo prodotto fondamentale per la religione cristiana e che era stata ovviamente oggetto del primo miracolo di Cristo nella moltiplicazione di quello che per chi crede come noi certamente non può essere un veleno, altrimenti avremmo un problema con chi lo ha moltiplicato’.

25 marzo 2025. ‘Se c’è questo pezzo di me**a non parlo’, Giovanni Donzelli insulta cronista del Fatto che ha pubblicato le chat di Fdi.

21 marzo 2025. Non me ne frega un ca**o di quello che pensa Renzi’ ha detto  la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli mentre presiede l'Aula di palazzo Madama.

9 marzo 2025. Antonio Tajani ministro degli Esteri sulla sentenza Diciotti ha commentato: ‘Se ogni migrante clandestino fa una causa al Governo italiano faremo saltare i conti pubblici...tutti vorranno venire in Italia per speculare.

8 marzo 2025. Giovanni Donzelli FdI: ‘I bambini per non essere bullizzati, devono cercare di non essere deboli’.

6 marzo 2025. Giorgia Meloni: ‘La pressione fiscale aumenta per colpa di quelli che trovano un posto di lavoro’.

4 marzo 2025. ‘Sul lavoro si muore perché si è disattenti’, secondo Marcello Coppo, parlamentare di Fratelli d'Italia.

4 marzo 2025. Francesco Lollobrigida: ‘L’Iva sulle ostriche? Va ridotta dal 22% al 10%, non sono beni di lusso’.

26 febbraio 2025. ‘Se sei malata o incinta, dimettiti’. La frase è stata pronunciata della consigliera di Fratelli d'Italia Silvia Colombo in risposta ad una mozione, che chiedeva la possibilità di partecipare da remoto al Consiglio comunale per donne in gravidanza a rischio e neogenitori.

25 febbraio 2025. Daniela Santanchè, ministro del Turismo: ‘Porto il tacco 12, tengo al fisico e a vestirmi bene. Sono quello che odiate, avrò sempre tacco 12 e sorriso. Io combattuta dalla sinistra anche perché amo vestirmi bene’.

22 febbraio 2025. Francesco Lollobrigida: ‘Anche l’acqua fa male. L’abuso di acqua può portare alla morte: immaginate mettere un’etichettatura allarmistica sull’acqua?’.

mercoledì 23 luglio 2025

L’occupazione a Gaza sta sprofondando nell’orrore

L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

di Giovanni Pulvino

Gaza, 23 luglio 2025 - (foto da @spighissimo)
Ormai a Gaza sono stati superati tutti i limiti della dignità umana, non è solo genocidio, l’occupazione sta sprofondando nell’orrore. Non c’è un altro termine per definire quello che sta accadendo tra le macerie della Striscia. L’esercito israeliano spara sugli ospedali, sulle tende degli sfollati, sulla gente in fila per ricevere qualche aiuto, li attirano ai camion di beni alimentari e poi gli sparano, ma com’è possibile tutto questo?

I bambini muoiono di fame e di sete.

Eppure c’è ancora qualcuno che difende l’operato di Benjamin Netanyahu. Ci sarebbe da rivoltarsi invece si fa finta di nulla, com’è possibile?

Nei paesi cosiddetti democratici chi protesta contro questo dramma viene spesso identificato e arrestato in malo modo, oltreché essere additato di antisemitismo.

Qualche politico comincia a balbettare qualche protesta, ma perché non intervengono, loro possono farlo. Limitarsi a qualche rammarico verbale è indegno di un paese civile. È una presa in giro. Agite.

La strada indicata dal premier spagnolo Pedro Sánchez è quella giusta. No al riarmo. No al genocidio in Palestina. No all’orrore. No alla povertà. No alle diseguaglianze.

Non è complicato. Nel nostro mondo ci sono risorse e competenze per poterlo fare, ma perché non si agisce?

Ci sono persone che non sanno come spendere le loro ricchezze e ci sono milioni di individui che vivono nella povertà assoluta, ed anche chi lavora è povero. Come abbiamo fatto a creare un mondo così ingiusto e diseguale?

Eppure c’è chi difende questi valori e questi principi.

Ieri, alla Camera dei deputati, il vicepremier Matteo Salvini ha ricevuto il premio ‘Italia-Israele’ per sottolineare l’impegno e il sostegno del ministro nelle relazioni tra i due paesi. Che vergogna.

L’uomo è una delusione continua.

venerdì 18 luglio 2025

Provi a muoverti ma non ci riesci …

Il tempo trascorre ed è solo il tuo tempo che va via

di Giovanni Pulvino

Alicudi (Sicilia), 14 luglio 2025 (foto di Giovanni Pulvino)

Provi a muoverti ma non ci riesci. Riprovi, ma continui a rimanere fermo. I pensieri corrono, ma ogni gesto o movimento sono vani. Puoi solo rassegnarti e rimanere immobile o rinunciare e svegliarti. La decisone il più delle volte è involontaria, altre l’impossibilità del gesto o del movimento ti spinge verso la seconda ipotesi. In ogni caso tutto finisce nel nulla.

Quante volte ci siamo trovati in questi ‘sogni impossibili’. Cosa sono? Tutto sarebbe più leggero se non ci fossero. Ma ci sono e non possiamo evitarli.

Sigmund Freud li definiva ‘come la via regina per accedere all'inconscio'. Il sogno sarebbe 'l’espressione camuffata di desideri inconsci, spesso legati all’infanzia, che la coscienza non può accettare direttamente’.

Considerava l’incapacità di muoversi come ‘una manifestazione simbolica di un desiderio represso o di un conflitto interiore che la coscienza non riesce ad affrontare direttamente’.

Sarà così? Sono tante le cose che vorremmo fare ma non ci riusciamo. Siamo prigionieri dei nostri limiti, delle nostre incapacità.

Siamo quello che siamo e non possiamo farci nulla. Continuiamo a cercare quello che non possiamo avere. Non sappiamo accontentarci di quello che abbiamo. Non tutti almeno. Prevale l’egoismo. Restano i vuoti. Mancanze che ritornano inconsapevolmente nei nostri sogni, stanno lì a ricordarci che siamo fragili e impotenti di fronte agli eventi della vita.

Il tempo trascorre ed è solo il tuo tempo che va via.

Non riesci a muoverti, resti immobile, ingabbiato nel tuo guscio e, quel che è peggio, non stai dormendo.

Tenti, inutilmente, a fare un salto in avanti, a diventare una linea immaginaria come quella che delimita il confine tra il cielo e il mare, in bilico tra ciò che è e quello che vorresti che fosse e non è.

Poi provi a restare fermo, in silenzio, a pensare, a sentire una mancanza che sai che non potrà essere colmata. Tutto si muove, gira intorno nell’indifferenza e nell’incomprensione di chi non c’è.

Aspetti senza fretta, senza ansia, sai che è inutile farlo, ma aspetti, non puoi fare altro che aspettare.

Intanto, il tempo dato passa.

sabato 12 luglio 2025

Francesca Albanese: continuerò a fare quello che devo fare

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi

di Giovanni Pulvino

Francesca Albanese (foto da wikipedia.org)

Voglio dire, questo è un record. Sono la prima persona delle Nazioni Unite a cui sono state imposte sanzioni. Per cosa? Per aver fatto conoscere il genocidio? Per aver denunciato il sistema? Cioè, non mi hanno mai contestato i fatti. Ho dato a queste aziende l’opportunità di correggermi. Invece, sono andate a lamentarsi con l’amministrazione statunitense per trattarmi come stanno facendo loro. Va bene. Questo la dice lunga su chi sono. Continuerò a fare quello che devo fare. Si, certo, sarà dura. Io sono solo un essere umano, non sono neanche pagata per fare quello che faccio. Quindi sto mettendo in gioco tutto quello che ho. Se io posso farlo, tutti voi, tutta la vostra gente, tutti i vostri politici e la mia gente può fare almeno questo. Insieme possiamo resistere a questa pressione e insieme possiamo davvero uscire da questo genicidio con la speranza di un mondo migliore. Altrimenti sarà molto peggio’.

Con queste parole chiare, semplici e concise Francesca Albanese ha replicato al tentativo di intimorirla da parte dei cosiddetti ‘poteri forti’.

Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori palestinesi occupati dal 1967 è stata minacciata di sanzioni dagli Stati Uniti. In particolare, si contesta il suo ultimo rapporto in cui denuncia oltre 60 aziende internazionali che sostengono l’occupazione israeliana.

Il dipartimento di Stato americano ha chiesto la sua rimozione accusandola di antisemitismo. Il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato sanzioni personale ed Israele l’ha dichiarata persona non gradita e le ha negato l’ingresso nel paese già nel 2024.

Nominate il 1° maggio del 2022 è la prima italiana a ricoprire questo ruolo.

I silenzi dei leader della Destra sulle minacce subite dalla nostra connazionale sono assordanti. In particolare quelli della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Pur di non contrariare l’amministrazione trumpiana, rimane in silenzio. E non è la prima volta che succede.

Francesca Albanese con la sua determinazione e la sua sensibilità è diventata la paladina degli ultimi, anzi degli ultimi degli ultimi, perché questo sono i bambini palestinesi, gli ultimi degli ultimi.

È un simbolo di giustizia.

Ed oggi rappresenta milioni di persone che hanno la medesima sensibilità e voglia di lottare per il bene comune.

Non scordiamolo mai, la vita è breve e tutti hanno il diritto di viverla dignitosamente e non importa se sono israeliani o palestinesi.

Fonte @espressonline

martedì 8 luglio 2025

‘Si chiama sostituzione etnica’, denunciava Giorgia Meloni nel 2017

Con il nuovo decreto flussi approvato dal consiglio dei Ministri entreranno in Italia 500mila migranti, lo stesso numero e lo stesso tempo che Giorgia Meloni denunciava come 'sostituzione etnica' nel 2017

di Giovanni Pulvino

Arrivi di migranti nei primi cinque mesi del 2023 (blu),
del 2024 (rosso) e del 2025 (verde) foto da @fawollo13
Le 'giravolte' di Giorgia Meloni ormai non si contano più, è un modo di operare tipico dei sovranisti e non solo in Italia. L’ultima in ordine di tempo è quella sul flusso migranti.

Ecco cosa sosteneva la presidente del Consiglio nel 2017: ‘Quello che abbiamo visto in Italia: 500.000 immigrati in tre anni. È un’invasione pianificata e voluta…. È manodopera a basso costo per il grande capitale che usa gli immigrati per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori italiani .. Capito il gioco. Il cerchio si chiude. Manovalanza a basso costo ‘schiavi da consegnare ai poteri forti e giovani italiani laureati si vadano a cercare lo stage fuori. Si chiama sostituzione etnica.  E noi non la consentiremmo’.

Invece.

L’obiettivo del decreto flussi approvato dal consiglio dei Ministri poche giorni fa: ‘è di consentire l’ingresso in Italia di manodopera indispensabile al sistema economico e produttivo nazionale’.

Si tratta di 500mila persone in tre anni, esattamente lo stesso numero e lo stesso tempo che denunciava Giorgia Meloni nel 2017. Ed ancora ‘si attivano canali di comunicazione fondamentali nel dialogo con i paesi d’origine e si costruisce uno strumento per il contrasto a fenomeni di irregolarità’.

Non si comprende bene la differenza tra quelli che arrivano con i barconi e quelli che andiamo a prendere a casa loro e che si aggiungeranno ai cosiddetti 'clandestini'. Sempre migranti sono, anzi i secondi sono dei disperati che rischiano la vita pur di arrivare in Europa. Ma forse la Premier intende sceglierli, magari con la pelle bianca e comunque non africani. 

Fonte youtube.it

domenica 6 luglio 2025

Incomprensioni

Perché scrivo questi pensieri anche se so che è tutto inutile? Non credo ci sia una risposta e anche se ci fosse sarebbe inutile anche quella

di Giovanni Pulvino


Foto da tamdempsicologia.it
La vita è fatta di incomprensioni. I fraintendimenti sono la regola. Ed è inevitabile che sia così.

Elaborare pensieri di senso compiuto non è semplice. Condividerli è ancora più difficile.

Ogni essere ha un carattere, un’intelligenza, una memoria, strumenti e tempi di elaborazione propri, ect…

Le variabili per sviluppare e comunicare un pensiero sono tantissime e sono diverse per ogni individuo.

Comprendersi è impossibile. I silenzi a volte aiutano, ma non sono sufficienti per capirsi completamente. Uno sguardo o un gesto sinceri spesso dicono molto di più delle parole. Ma non basta, non basta.

Il ‘fanciullino’ è più sincero di un adulto perché non ha sovrastrutture, non ha modelli da rispettare, non ha rimpianti da cancellare. Eppure è tutto vano, quello che arriva è sempre un’altra cosa, non è comprensione ma un’interpretazione, che ogni volta è sempre diversa.

L’elaborazione è il primo passaggio, a volte essa è istintiva, altre è complessa e ‘pensata’. Tradurla in parole, gesti o silenzi è altrettanto complicato ed è diverso da un individuo ad un altro. L’ambiente e il livello culturale condizionano ed incidono sulla forma oltreché sul contenuto. Stesso limite per chi deve interpretare e comprendere, altri due passaggi inevitabili che ci allontanano dalla comprensione corretta del pensiero che è stato appena condiviso.

Elaborare, esprimere, ascoltare, comprendere è diverso per ciascuno di noi. Comprendersi è impossibile oltreché illusorio.  

Chi leggerà queste quattro righe come interpreterà quello che ho pensato? Di certo sarà sempre un’altra cosa. Ma che importa.

E poi, perché scrivo anche se so che è tutto inutile? Non credo ci sia una risposta e anche se ci fosse sarebbe inutile anche quella.

sabato 28 giugno 2025

Era il 16 marzo 1978 …

Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno ...

di Giovani Pulvino

Le prime pagine dell'Unità e di Lotta continua del
16 marzo e del 9 maggio 1978

Era il 16 marzo 1978, il giorno in cui le Brigate Rosse rapirono Aldo Moro. Ero a Santo Stefano di Camastra ed ero appena uscito da scuola.  Non ricordo come appresi la notizia, allora non c’era internet e non esistevano i cellulari. Per avere informazioni certe era necessario ascoltare la radio o guardare la televisione o, il giorno dopo, leggere i quotidiani.

Allora andavamo in giro con l’Unità sotto il braccio. Ci fu un periodo in cui U Paisi arrivava persino Lotta Continua. Due fogli con quattro pagine, poco? Certo, ma era il simbolo di una generazione, di una generazione oggi tradita.

L’impegno politico e sociale era una necessità quasi fisica. Non era altro che il desiderio di 'cambiare il mondo’, di lottare per renderlo migliore per tutti, nessuno doveva rimanere escluso. Eravamo ingenui? Certo, ma ci credevamo.

La stessa speranza la vedevamo negli occhi delle persone quando facevamo il ‘porta a porta’. Si perché allora ‘fare politica’ era ‘fare militanza’ e non solo in occasione delle elezioni. In tanti si fidavano di noi o semplicemente condividevano anche loro quelle idee di giustizia e libertà.

Si faceva politica tutti i giorni, con i comportamenti, con l’impegno nello studio, con la condivisione di idee, con discussioni che, nello stesso tempo, erano 'accese' e 'inutili', ma allora tutto era possibile.

Un mio compagno di classe delle superiori un giorno mi disse che era fascista. Non riuscivo a capire come fosse possibile. Gli chiesi perché, ma in realtà non lo sapeva neanche Lui. Il fascismo è odio e intolleranza, è ubbidire senza se e senza ma, è negazione del principio di solidarietà, è cancellazione delle libertà, è oppressione dei lavoratori ed ‘i poveri si meritano di essere tali’.

Non solo.

È la negazione della natura sociale dell’uomo, è una contraddizione morale e politica. È la sublimazione insensata e illogica dell’individualismo. Buono solo per pochi, i soliti noti, ma per gli altri, i tanti, cos’è se non ignoranza e rinuncia ad assumersi le proprie responsabilità limitandosi a delegarle al Capo?

Non so se convinsi il mio compagno, di certo lo feci riflettere ed alla fine non mi disse più di essere fascista.

Il 9 maggio del 1978 la televisione fece vedere le immagini del bagagliaio della Renault rossa dove c’era il corpo di Aldo Moro. Non si seppe nulla invece dell’assassinio avvenuto a Cinisi di Peppino Impastato, militante comunista di Democrazia proletaria assassinato dai sicari del boss di Cinisi Tano Badalamenti.

Non lo comprendevamo, ma le nostre utopie finirono quel giorno. La violenza brigatista, quella stragista dei neofascisti e quella mafiosa posero fine alle illusioni, all’idea che un mondo più giusto fosse possibile.

Beppe Fenoglio né il Partigiano Johnny che comunista non era ha scritto: fino a quando ci sarà un patriota che lotta per la libertà e la giustizia la vittoria è possibile, quantomeno è immaginabile e già questo è tanto.