mercoledì 23 aprile 2025

Cosa si celebra il 25 aprile?

'Vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva cosa fecero le SS e non i partigiani', Alessandro Barbero


Video da YouTube

Il 25 aprile non si celebra soltanto l’insurrezione dei partigiani, che hanno liberato le città italiane, si celebra la fine della guerra, la sconfitta dei tedeschi, la distruzione della tirannia nazifascista. Questo si celebra il 25 aprile e si celebra il fatto che grazie all’insurrezione dei partigiani, l’Italia che quella guerra l’aveva cominciata dalla parte sbagliata, dalla parte vergognosa, dalla parte di quelli che poi hanno fatto le camere a gas e i forni crematori, l’Italia, almeno un pezzo d’Italia, è riuscita a combattere e anche a morire stando dalla parte giusta. Allora quelli che oggi non si vogliono dire antifascisti e non vogliono celebrare il 25 aprile mi piacerebbe chiedergli: ma dimmelo in faccia. Se tu preferivi che gli americani la perdessero la guerra? Che le Nazioni Unite perdessero la guerra? Che vincesse Hitler? Che vincessero quelli delle camere a gas? Perché se è così puoi anche non andare a celebrare il 25 aprile, dimmelo in faccia però. Vorrei vedere chi oserebbe dirmelo in faccia che preferiva cosa fecero le SS e non i partigiani', Alessandro Barbero.


lunedì 21 aprile 2025

‘Però ha fatto anche cose buone’

Il 25 aprile 1945 è il giorno della Liberazione dall’occupazione nazifascista. Porre termine al Ventennio non è stato facile ed è costata centinaia di migliaia di morti e la distruzione del paese. Eppure ancora oggi ci sono nostalgici che affermano che 'Mussolini fece cose buone’. Eccone alcune

di Giovanni Pulvino

La copertina del libro dei MCR

L’assalto fascista a Palazzo d’Accursio (Bologna) avvenuto il 21 novembre 1920 che provocò undici morti e il ferimento di circa sessanta persone. La marcia su Roma e la presa del potere con l’intimidazione e la violenza. L’uso delle squadracce e della sopraffazione politica. Il confino per oppositori, intellettuali, slavi e omosessuali.

La soppressione della libertà di stampa, redazioni dei giornali date alle fiamme e certificato di ‘buona condotta politica’ per potersi iscrivere all'Ordine dei giornalisti.

Le spedizioni punitive contro le camere del lavoro, le case del popolo e le leghe agrarie.

L'assassinio di Giacomo Matteotti (Mussolini si assunse in Parlamento la responsabilità politica di quell’omicidio), l'uccisione dei fratelli Rosselli e la prigionia fino alla morte di Antonio Gramsci.

I pestaggi di Piero Gobetti e Giovanni Amendola e la persecuzione di militanti, parlamentari, dirigenti comunisti, socialisti, azionisti, popolari, repubblicani e liberali.

L'istituzione del Tribunale speciale per la difesa dello Stato e l'introduzione della pena di morte per gli oppositori politici.

La soppressione del Parlamento e l'eliminazione dei partiti (eccetto uno) con l’istituzione della Camera dei fasci e delle corporazioni e del Gran Consiglio del fascismo.

L'abolizione dei sindacati e del diritto di sciopero.

Il controllo dei testi scolastici e il giuramento di fedeltà al regime imposto agli insegnanti.

Le leggi razziali, i campi di concentramento e la deportazione degli ebrei.

L’entrata in guerra e la conseguente distruzione del Paese.

L'invasione della Grecia, dell'Albania e della ex Jugoslavia.

Ecco cosa disse a tale proposito Benito Mussolini in un discorso tenuto a Pola il 24 settembre 1920: ’Di fronte a una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il nevoso e le Dinariche: io credo che si possono sacrificare 500.000 slavi barbari e 50.000 italiani’.

Ed ancora.

L'uso delle armi chimiche in Etiopia, 12.000 cirenaici giustiziati e 30.000 civili bruciati vivi, impiccati, ammazzati di botte, fucilati nel massacro di Addis Abeba e la deportazione nei campi di concentramento di migliaia e migliaia di libici, eritrei, somali, etiopi, con l’assassinio di circa un milione di civili.

Le stragi nazifasciste a Castiglione di Sicilia, a Sant'Anna di Stazzema, alle Fosse ardeatine, a Marzabotto, l'eccidio dei fratelli Cervi. La lista è lunga, molto.

La fondazione della Repubblica di Salò che ha reso l’Italia complice del nazismo e dell’occupazione dell’esercito tedesco.

190.000 militari italiani mandati a morire in Russia, 8.500 ebrei italiani deportati ad Auschwitz.

Ect….

Però ha fatto anche cose buone.

Fonte it.wikipedia.org

sabato 19 aprile 2025

Che fine ha fatto la civiltà italiana ed europea?

‘Ci sono troppi esseri umani che non vogliono ridere, che non riescono a pensare; vogliono soltanto credere, arrabbiarsi, odiare’, Kurt Vonnegut

di Giovanni Pulvino

Migranti trasferiti in Albania in manette

Da un Centro per i rimpatri ad un altro Centro per i rimpatri, uno sta in Italia l’altro in Albania, andata e ritorno, ma perché? Che senso ha?  

Il Governo di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani ha allestito un traffico di navi da guerra per trasferire 40 migranti da un Cpr italiano ad uno costruito con un costo di quasi un miliardo di euro a Gjader, in Albania.

Il paradosso o il ridicolo, l’ennesimo di questa vicenda, è che, come sostiene il Viminale, ‘Andranno tutti riportati in Italia, da lì niente rimpatri’.

Li trasferiamo in Albania solo temporaneamente, ma perché se poi dobbiamo rimpatriarli per poterli estradare?

La risposta è in quel ‘FUNZIONERANNO’ gridato con enfasi dalla Presidente del Consiglio qualche settimana fa. Giorgia Meloni ed i suoi vice non accettano il fallimento delle politiche migratorie fin qui perseguite. Nello stesso tempo devono giustificare l’uso di denaro pubblico per un Centro che è un fallimento economico, politico e sociale.

E' uno strumento di propaganda politica ed un inutile spreco di risorse pubbliche.

Non solo.

I migranti, come sta avvenendo negli USA, sono stati trasferiti in manette. Sono stati trattati come delinquenti, ma delinquenti non sono. A testimoniarlo sono state le deputate del Partito democratico, tra loro anche Cecilia Strada che ha denunciato: ‘I migranti in Albania a loro insaputa, polsi legati anche per pasti e al bagno’.

Per il Governo invece non c’è nulla di irregolare o di illegittimo.

Per Matteo Piantedosi ministro dell'Interno le ‘fascette ai polsi dei migranti spediti in Albania? Normalissimo’. Invece, Matteo Salvini, vice premier, si limita ad ironizzare: ‘Qual è il problema? Gli devo mettere un uovo di Pasqua in mano?’.

Che fine ha fatto la civiltà italiana ed europea? Dove ci stanno portando i ‘sovranisti’? 

Ci sono troppi esseri umani che non vogliono ridere, che non riescono a pensare; vogliono soltanto credere, arrabbiarsi, odiare’, Kurt Vonnegut.

L’essere umano è una delusione continua, purtroppo.

sabato 12 aprile 2025

Crioterapia ...

Mentre sono in corso il conflitto in Ucraina, l’occupazione di Gaza, la guerra commerciale, le borse che crollano, i diritti sono cancellati e le diseguaglianze sono crescenti i nostri governanti passano il tempo libero a fare crioterapia, tutto legittimo s'intende, ma non siamo messi bene

di Giovanni Pulvino

Francesco Lollobrigida e Giorgia Meloni

Si chiama crioterapia o terapia del freddo, è un trattamento a basse temperature. Il corpo viene esposto per pochi minuti fino a -160°C. Lo scopo è quello di stimolare la circolazione sanguigna, ridurre le infiammazioni e il rilascio di endorfine. Dovrebbe favorire la riduzione del dolore, nonché il controllo del peso corporeo e della tonalità della pelle.

È utilizzata per trattare problematiche dermatologiche e problemi muscolari e articolari. È sconsigliata per chi ha problemi cardiaci o chi soffre il freddo.

Alcuni giorni fa il quotidiano il Foglio ha pubblicato un’intervista a Shura Santaroni responsabile di una clinica che effettua questi trattamenti. Ebbene, la titolare del ‘Longevity Suite’, che si trova nel quartiere Eur a Roma, ha dichiarato che Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida hanno la passione per la crioterapia.

In particolare il ministro dell’agricoltura nonché ex cognato della premier sembra molto interessato a questa pratica. In voga tra i vip italiani, soprattutto tra gli sportivi, la crioterapia migliora il recupero post allenamento e contrasta l’invecchiamento cutaneo.

Mentre sono in corso il conflitto in Ucraina, l’occupazione di Gaza, la guerra commerciale, le borse che crollano, i diritti sono cancellati e le diseguaglianze sono crescenti i nostri governanti cosa fanno, passano il tempo libero a fare crioterapia. Tutto lecito s'intende, ma non siamo messi bene.

Non ci resta che augurarci che almeno si occupino del bene pubblico con lo stesso  impegno con cui curano il loro corpo e il loro aspetto, ma i dubbi sono più che legittimi.


Tesori di Sicilia: Cefalù 11 aprile 2025

 di Giovanni Pulvino

Cefalù, Sicilia 11 aprile 2025 (foto di Giovanni Pulvino)


giovedì 3 aprile 2025

Benigni e Troisi passaggio alla dogana: "Un Fiorino!" - Non ci resta che...


I dazi di Donald Trump spiegati da Massimo Troisi e Roberto benigni nel film del 1985 'Non ci resta che piangere'.

Video da YouTube

sabato 29 marzo 2025

Salari reali, Italia ultima del G20

Aumentano le diseguaglianze, i salari reali diminuiscono, la pressione fiscale sale, la povertà aumenta, il Paese più ricco al mondo sta scatenando una guerra commerciale senza precedenti, siamo sull’orlo della Terza guerra mondiale, ma per Giorgia Meloni va tutto bene

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni

Il nuovo rapporto mondiale sui salari 2024-2025 dell’Organizzazione internazionale del lavoro conferma il calo dei salari reali. L’Italia è il paese del G20 dove sono crollati di più dal 2008. Mentre in Germania sono cresciuti del 15% e in Francia del 5%, nel nostro Paese il potere d’acquisto è diminuito dell’8,7%.

Aumentano le diseguaglianze. Le donne oltre ad essere costrette spesso al part-time guadagnano meno degli uomini. I giovani italiani ricevono rispetto ai loro coetanei stranieri salari medi inferiori del 26%.

La crescita del Pil è di appena l’0,7%. Al limite della recessione se consideriamo che sono in corso gli investimenti del PNRR. Oltre 200 miliardi di euro di opere da realizzare entro il 2026.

La pressione fiscale è salita dal 41,7% (2.762,908 euro) del 2022 al 42,6% (2.965,711) del 2024. 

Il 23,1% della popolazione è, secondo i dati Istat, a rischio povertà. Il passaggio dal Reddito di cittadinanza al Reddito di inclusione ha penalizzato circa 850 mila famiglie. La perdita media annua è di circa 2.600 euro.

E non conosciamo ancora le conseguenze della guerra dei dazi scatenata dagli Stati Uniti d'America.

Le guerre commerciali, si sa, non hanno vincitori, solo sconfitti. E pensare che Matteo Salvini e Giorgia Meloni festeggiavano la vittoria di Donald Trump dicendo che non sarebbe successo nulla, anzi.

Ci sarebbe di che preoccuparsi, invece la Presidente del consiglio si vanta che sta realizzando tutti i suoi obiettivi e che il suo Governo è uno dei più longevi della storia repubblicana. Ecco forse è proprio questo il suo scopo rimanere al potere il più a lungo possibile, se poi la condizione economica di milioni di italiani peggiora, pazienza.

Fonte istat.it e oil.org

martedì 25 marzo 2025

Tesori di Sicilia: Cefalù

 di Giovanni Pulvino

Cefalù, 25 marzo 2025

San Martino, Giosue’ Carducci (1835-1907) 

La nebbia agli irti colli 
Piovigginando sale, 
E sotto il maestrale 
Urla e biancheggia il mar; 

Ma per le vie del borgo 
Dal ribollir de’ tini 
Va l’aspro odor de i vini 
L’anime a rallegrar. 

Gira su’ ceppi accesi 
Lo spiedo scoppiettando: 
Sta il cacciator fischiando 
Su l’uscio a rimirar 

Tra le rossastre nubi 
Stormi d’uccelli neri, 
Com’ esuli pensieri, 
Nel vespero migrar.



mercoledì 19 marzo 2025

Il vento della Memoria, semina Giustizia

Si svolgerà a Trapani la XXX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

di Giovanni Pulvino

Foto da libera.it

Tra le tante vittime innocenti uccisi dalla mafia che saranno ricordate a Trapani c’è il figlio di Santino Di Matteo. Il piccolo Giuseppe fu rapito il 23 novembre del 1993, mentre si trovava al maneggio di Altofonte. Secondo le deposizioni fatte da Gaspare Spatuzza i sequestratori travestiti da carabinieri convinsero Giuseppe a seguirli con la promessa che avrebbe rivisto il padre che, per la sua collaborazione, era sotto protezione.

Agli occhi del bambino – ha dichiarato il pentito - siamo apparsi degli angeli, ma in realtà eravamo dei lupi’. 

Il rapimento, durato 779 giorni, era finalizzato a spingere Santino Di Matteo a ritrattare le sue dichiarazioni sulla strage di Capaci e sull’uccisione di Ignazio Salvo. Il pentito non si piegò al ricatto e continuò la sua collaborazione con le autorità giudiziarie. L’11 gennaio del 1996, su ordine di Giovanni Brusca, il piccolo Di Matteo, che allora aveva appena 15 anni, fu ucciso e poi sciolto nell’acido

Il 15 settembre del 1993, giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, don Pino Puglisi era appena sceso dalla sua Fiat Uno bianca e si stava avvicinando al portone di casa quando qualcuno lo chiamò, lui si voltò, sorrise ai suoi assassini e disse: ‘Me l’aspettavo’. Subito dopo Salvatore Grigoli, killer della mafia, gli sparò un colpo di pistola alla nuca. 

Un uomo di fede se n’è andato così, senza nessun timore verso chi, accecato dall’odio, ha sparato senza esitazione. Don Pino era un uomo mite, ed è morto per la sua testardaggine a credere che un’altra Sicilia è possibile e che l’amore e la giustizia prima o poi trionferanno.

Un Santo’ che forse i siciliani non meritano di avere.

Fonte libera.it

sabato 15 marzo 2025

Giorgia Meloni e il Fiscal drag

Il sei marzo scorso Giorgia Meloni per giustificare l’aumento della pressione fiscale ha dichiarato: La pressione fiscale aumenta perché grazie al Governo c'è più gente che lavora’, ma sarà vero?

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni (foto da @LaPrimaManina)

L’aumento della pressione fiscale, cioè delle tasse, sarebbe dovuto, secondo Giorgia Meloni, all’incremento dei posti di lavoro. 

Dire che la nostra Presidente del Consiglio non ha le idee chiare è poco. Di certo non mastica nulla di Economia politica. I suoi studi all’Alberghiero non sono stati approfonditi, questo è sicuro, ma ciò non giustifica la bufala pronunciata con convinzione da chi deve guidare le sorti di uno dei paesi più industrializzati al mondo.

Probabilmente ha confuso la pressione fiscale con il cosiddetto Fiscal drag, letteralmente Drenaggio fiscale. Si tratta di quella situazione economica che si verifica quando l'incremento delle entrate fiscali è causata dall’inflazione.

Come si sa o si dovrebbe sapere le imposte sono calcolate e pagate in proposizione allo scaglione di appartenenza. Il nostro sistema tributario si fonda sulla progressività sancita dall’articolo 53 della Costituzione che prevede: ‘Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività’.

Ciascuno contribuisce alle entrate dello Stato ‘in ragione’ del suo reddito e del suo patrimonio.

Nel caso in cui si verifica una situazione di iperinflazione, come è avvenuto lo scorso anno, gli eventuali aumenti monetari dei redditi possono causare un incremento del prelievo fiscale, anche se il potere di acquisto degli stessi rimane invariato. Questo accade perché l’aumento delle retribuzioni o dei compensi può sconfinare in uno scaglione di reddito con un’aliquota fiscale più alta. La conseguenza è l’incremento dei tributi da pagare, anche se il reddito ‘sostanzialmente’ rimane invariato.

L’aumento della pressione fiscale registrato dall’Istat nel 2024 non dipende, quindi, dall’aumento degli occupati, ma dall’inflazione. Nei decenni passati ogni volta che si è verificato questo fenomeno, i governi, non tutti, hanno provveduto a restituire ai contribuenti il Fiscal drag, quella parte cioè di imposte pagate in più per effetto del fenomeno inflattivo.

L'attuale Governo non sembra intenzionato a farlo, anzi accampa giustificazioni che nulla hanno a che vedere con il buon senso e, soprattutto, con la tenuta del potere di acquisto dei redditi degli italiani.

La frase pronunciata da Giorgia Meloni è quindi una bugia o uno strafalcione, ma, in questo caso, non è il primo e non sarà l’ultimo.

domenica 9 marzo 2025

‘Se vuoi la Pace, prepara la Pace’, Enrico Berlinguer

'Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano certi antenati. E invece io la penso come i pacifisti di tutto il mondo di oggi: se vuoi la pace prepara la pace', Enrico Berlinguer

di Giovanni Pulvino


Enrico Berlinguer ed Arafat - Foto da enricoberlinguer.it
Le parole dette da Enrico Berlinguer nel 1983 sono attualissime.

Tre anni di guerra nel cuore dell’Europa. L’occupazione di Gaza e l’uccisione di migliaia di civili palestinesi. Decine di conflitti che seminano morte in tutto il mondo. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che propone di incrementare la spesa militare dei paesi UE per circa 800 miliardi di euro. E lo fa senza il consenso del Parlamento Europeo.

La storia non ha insegnato niente, l'uomo continua a ripetere gli stessi errori.

L’intolleranza crea conflitti e ostilità e l’odio, si sa, genera altro odio.

'Se vuoi la Pace prepara la guerra, dicevano certi antenati’. Ma è così? Armarsi è un deterrente efficace? O, prima o poi, 'invoglierà' qualche potente al conflitto?

La Russia non ha mai smesso di armarsi, lo stesso ha fatto la Nato ed i paesi che ad essa aderiscono, l’Ucraina di Zelensky non fa altro che chiedere nuovi armamenti, Israele è un paese sempre in stato di belligeranza, eppure tutto questo non è servito ad impedire guerre ed occupazioni.

Le armi vengono costruite per essere utilizzate.

Enrico Berlinguer aveva ragione. Dobbiamo preparare la Pace per avere la Pace e non armarci per impedire la guerra.

Negli USA, dove circolano più armi che persone, non sono diminuiti i reati, anzi. Avere più armi non impedisce i conflitti.

L’Europa ha una lunga tradizione pacifista, i guerrafondai facciamoli fare ad altri.

'Ogni guerra ha una costante: il 90% delle vittime sono civili, persone che non hanno mai imbracciato un fucile. Che non sanno neanche perché gli arriva in testa una bomba. Le guerre vengono dichiarate dai ricchi e potenti, che poi ci mandano a morire i figli dei poveri', Gino Strada.

sabato 1 marzo 2025

Ucraina: agli americani ed ai russi le terre rare, all’UE i cocci

La fine della guerra tra Russia e Ucraina sembra vicina, ma a quale prezzo per gli europei?

di Giovanni Pulvino

Volodymyr Zelensky e Donald Trump
Finalmente si è capito quale fosse lo scopo di Putin quando ha iniziato l’invasione dell’Ucraina: depredarne le risorse naturali.

Stesso obiettivo per Donald Trump. Se Zelensky, minaccia il nuovo presidente USA, non ci consentirà di sfruttare le cosiddette terre rare non gli consentiremo più di utilizzare Starlink, cioè il sistema di satelliti che ha permesso agli ucraini di non capitolare di fronte all’avanzata dell’esercito russo.

Un ricatto? Il senso è: o accettate le nostre condizioni per la pace o potete fare da soli.

La logica è economica.

Agli americani lo sfruttamento delle risorse, ai russi i territori conquistati, agli ucraini la pace, il mantenimento degli attuali confini e l’ingresso nell’UE. E la ricostruzione? Agli europei, ovviamente.

Non solo. In futuro, i paesi del Vecchio continente dovranno scordarsi degli aiuti militari a stelle e strisce, dovranno fare da soli, almeno queste sembrano le intenzioni di Donald Trump.

Nei prossimi decenni i paesi europei dovranno tagliare il welfare e spendere di più in armamenti. 

Tutto a vantaggio dell’industria militare americana, of course.

Ma, poi, per difendersi da chi? È veramente necessario o è solo un bluff per ribadire l’egemonia politica ed economica degli Usa?

L’Europa, che per tre anni ha sostenuto senza se e senza ma la guerra in Ucraina, saprà reagire al nuovo scenario politico mondiale? Saprà essere unita? Saprà difendere i suoi valori ed i sui principi fondati, tra l'altro, sul capitalismo?

I dubbi sono più che legittimi.

martedì 25 febbraio 2025

Tesori di Sicilia: veliero sulle coste di Castel di Tusa

 di Giovanni Pulvino

Piccolo veliero sulle coste di Castel di Tusa, 25 febbraio 2025 

Sarà il veliero del capitano Uncino? 

Sarà il suo fantasma? 

Si starà preparando all’arrembaggio di Castel di Tusa? 

Chissà.

sabato 22 febbraio 2025

Gli Usa sono ancora una democrazia?

La storia si sta ripetendo e non è una farsa

di Giovanni Pulvino

Zuckerberg, Musk, Trump e Bezos - (foto da instagram)

‘Nel 2024, il 10% più ricco della popolazione possedeva oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie’. Quattordici anni fa il rapporto era a 6,3.

Tra i paesi dell’Unione Europea l’Italia ‘è tra i più diseguali nella distribuzione dei redditi’. Siamo anche il Paese dove le retribuzioni dei dipendenti sono diminuite negli ultimi trent’anni.

Nel mondo la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Quella che deriva da eredità ‘ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali’.

Non solo. Nel 2023 la ricchezza è ‘defluita dal Sud globale al Nord'. A beneficiarne è stato ‘l’1% più ricco’.

Nello stesso tempo ‘una donna su dieci vive in povertà estrema’.

Questi dati pubblicati da Oxfam Italia non sorprendono più. Siamo già oltre. I super ricchi non si accontentano del potere economico. Pretendono anche quello politico. Ciò che sta avvenendo negli Usa è emblematico. Quella degli Stati uniti è ancora una democrazia? Se si, per quanto tempo lo sarà ancora? Già oggi si parla di oligarchia.

Nell'antica Grecia questa definizione era spesso associata al governo dei ricchi, come descritto da Platone nella ‘Repubblica’ e da Aristotele nella ‘Politica’.

Quest’ultimo considerava l'oligarchia una forma corrotta di governo, in cui i pochi che detengono il potere lo esercitano a proprio vantaggio ed a scapito della comunità.

Nel corso della storia sistemi oligarchici sono stati adottati oltreché nell’antica Grecia, anche nell’Africa coloniale e nell’Italia rinascimentale. Ora stanno tornando.

Tra saluti romani, marce al Campidoglio, guerre commerciali e idiosincrasia per le regole, stiamo regredendo. Un numero ristretto di persone sta acquisendo un potere quasi assoluto, il tutto nell’indifferenza dei più.

La storia si sta ripetendo e non è una farsa.  

Fonti: oxfamitalia.it e it.wikipedia.org

martedì 18 febbraio 2025

Le foglie cadono sempre dagli alberi

Le foglie cadono dagli alberi ed il sole sorgerà di nuovo, ma domani sarà sempre un’altra cosa

di Giovanni Pulvino

Torremuzza, 19 febbraio 2025 (foto di Pulvino Calogero) 

Bastano le note di una canzone per tornare indietro nel tempo anche se è inutile farlo.

Per un momento ti ritrovi seduto sul muretto della piazzetta o in riva al mare a strimpellare con le corde male accordate di una chitarra, sempre la stessa a dire il vero, e stai lì a ripercorrere un tempo che non tornerà.

A volte il senso di ciò che è stato si ripete anche se sei in luogo ed in un tempo diverso.

Ed è allora che ritornano lo stesso vuoto e lo stesso bisogno di riconoscimento.

Lo vedi negli occhi spauriti di chi non sa dire, di chi non sa osare ed aspetta, inevitabilmente ed inutilmente aspetta.

E se lo farà, se si deciderà a farlo sarà lo stesso, potrà solo dimenticarsi per un po', solo per un pò. 

Testardamente e inevitabilmente continui a cercare un sorriso o uno sguardo che possano consolarti, o a sperare in una parola o in un gesto che possano illuderti, ma è solo un momento, ed è subito mancanza. 

Resterà una nota anch’essa persa nello scorrere lento ed inutile della vita altrui che non ti appartiene, che non ti può appartenere.

Il mare azzurro là in fondo incontra il cielo ogni sera e non serve a nulla sapere che oltre l'orizzonte tutto continua, tutto si ripete.

Dove sei, dove si posano oggi i tuoi sguardi, quali strade calpesti, quali cuori consoli? Quali carezze ispiri, quali silenzi doni, quali gioie consenti? Quali ...

Intanto, il tempo dato passa.

Le foglie cadono dagli alberi ed il sole sorgerà di nuovo, ma domani sarà sempre un’altra cosa.

sabato 15 febbraio 2025

#Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata

'Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire', Oxfam Italia

di Giovanni Pulvino


Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari. Tre volte più velocemente del 2023. Intanto, il numero di persone che vivono con meno di 6,85 dollari al giorno è lo stesso del 1990. Ci inducono a credere che la ricchezza dei miliardari sia il frutto di duro lavoro, in realtà gran parte è estratta, non creata deriva da eredità, monopoli e clientelismo. Nel 2023, per la prima volta, la quota di ricchezza dei nuovi miliardari che deriva da eredità ha superato quella attribuibile ad attività imprenditoriali. Il nostro è un sistema economico estrattivo che favorisce l’accumulazione di ricchezza per pochi a discapito della collettività. Nel 2023 quasi 1.000 miliardi di dollari sono defluiti dal Sud globale, beneficiando l’1% più ricco, nel Nord per 30 milioni di dollari l’ora. Allo stesso tempo una donna su dieci nel mondo vive in povertà estrema. L’estrema ricchezza è un male per l’umanità. Bisogna ricreare le condizioni per società più eque. Per noi e per le generazioni future. Porre fine alle diseguaglianze e alla povertà è possibile. È l’ora di agire. #RightTheWrongsOfHistory

Fonte Oxfam Italia

mercoledì 5 febbraio 2025

Tesori di Sicilia: Luna calante sulla Rocca di Cefalù

di Giovanni Pulvino

La Rocca di Cefalù, 16 gennaio 2025 - (Foto di Giovanni Pulvino)

E' una fredda mattina di gennaio e la Luna è calante sulla Rocca di Cefalù, il mare è piatto e là in fondo l'orizzonte fa un tutt'uno con il cielo, nient'altro, ma questo basta per non pensare, per dimenticarsi.

È un attimo, solo un attimoPoi il nulla, ecco cosa resterà, il nulla. Vorresti tornare indietro, ma non puoi, sei inchiodato al presente. Ed anche quando vorresti afferrare la realtà non puoi, è già oltre, è già passato. Rimane solo il ricordo, ma solo di chi c’era e c’è ancora. E tra poco neanche quello. Siamo memoria effimera. Solo un mucchio di pensieri a termine. Nient’altro.




venerdì 31 gennaio 2025

Ma che civiltà è?

Dove ci stanno portando i sovranisti? Abbiamo già dimenticato gli orrori del fascismo e del nazismo? Vogliamo ancora una volta un uomo solo al comando?

di Giovanni Pulvino

A sinistra manifestazione fascista, a destra migranti in catene.

‘Nel giorno della Marcia per la vita di Washington la Casa Bianca ha postato sui social l'immagine di una fila di immigrati in catene che vengono imbarcati su un cargo militare e la scritta «i voli di deportazione sono iniziati»’.

Ma che civiltà è?

Pochi giorni fa il Governo italiano ha disposto con una nave militare il trasferimento di 49 migranti nel centro di identificazione costruito a Gjader in Albania. Oggi i giudici della Corte d'appello hanno sospeso per la terza volta il trattenimento rimettendo gli atti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Pertanto, tutti i richiedenti asilo saranno trasferiti in Italia.

Ma che umanità è?

Ieri la segretaria alla sicurezza interna Usa, Kristi Noem, giubbotto anti proiettile e rolex al polso, ha partecipato a New York all’arresto di un gruppo di migranti dichiarando ‘ripuliamo questa spazzatura’.

Ma che cultura è?

Una settimana fa è stato rilasciato un presunto assassino, torturatore e violentatore di bambini libico, nonostante ci fosse un mandato di cattura della Corte Penale Internazionale. Anziché dare la caccia ai trafficanti di migranti in tutto ‘il globo terraqueo’ li rimpatriamo con un volo di Stato, cioè con i soldi degli italiani.

Ma che giustizia è?

Approviamo leggi per mettere in carcere quattro ragazzi che protestano in modo pacifico e le forze dell’ordine ti identificano se gridi ‘Viva l’Italia Antifascista’, ma proteggono i ‘camerati’ che partecipano a stolte ed incostituzionali manifestazioni nostalgiche.

Ma che popolo è?

Israele ha raso al suolo Gaza ed ucciso decine di migliaia di civili palestinesi indifesi nell’indifferenza dell’opinione pubblica e con la complicità dei Paesi occidentali.

Ma che società è?

La democrazia è faticosa, si sa. E' partecipazione, è complessità, è tutela delle minoranze e di chi resta indietro. Siamo stanchi di tutto questo?

Immemori, abbiamo già dimenticato gli orrori del fascismo e del nazismo? Vogliamo ancora una volta un uomo solo al comando?

Dove ci stanno portando i sovranisti?

Ma com’è possibile essere fascisti? Com'è possibile essere nazisti?

Fonte avvenire.it

venerdì 10 gennaio 2025

Da che parte saresti stato dopo l’8 settembre 1943?

La domanda che lo scrittore ed ex senatore Gianrico Carofiglio vorrebbe fare alla premier Giorgia Meloni, ai membri di FdI ed ai nostalgici del fascismo è legittima e la risposta dovrebbe essere ovvia, ma così non è

di Giovanni Pulvino

Foto da @BimbePeppe

L’8 settembre del 1943 il presidente del Consiglio Pietro Badoglio annunciò per radio l’armistizio con gli angloamericani. Il governo Mussolini, sfiduciato dal Gran consiglio del fascismo, era caduto e il premier arrestato su ordine del Re Vittorio Emanuele III.

I militari dell’esercito italiano, i giovani e in genere gli italiani dovettero fare una scelta: arruolarsi nella Repubblica di Salò fondata dal Duce che intanto era stato liberato dai tedeschi, iniziare la lotta di Liberazione dall’occupazione nazifascista o rimanere indifferenti.

Seguirono 19 mesi di massacri, assassini, fucilazioni, torture, soldati mandati al fronte con le scarpe di pezza, città distrutte e popolazione ridotta alla fame. Per fortuna a vincere quella guerra furono coloro che stavano dalla parte giusta: i partigiani e tutti coloro che li sostennero a rischio della vita.

Il 2 giugno del 1946 gli italiani scelsero la Repubblica come forma di Governo ed elessero l’Assemblea costituente che scrisse ed approvò la Costituzione. Ovviamente i padri e le madri costituenti erano antifascisti.

La disposizione transitoria numero XII della Costituzione italiana sancisce: ‘È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista’.

La domanda che oggi vorrebbe porre lo scrittore Carofoglio ai nostri attuali governanti è quindi legittima.

Da che parte saresti stato dopo l’8 settembre 1943? Con i fascisti e i nazisti o avresti lottato per liberare l’Italia dall’occupazione e dalla dittatura?

La risposta dovrebbe essere ovvia, ma così non è.

Giovani ascoltatemi se non volete Voi scavarvi la fossa, se non volete che il Vostro domani sia un domani di servitù e di abiezione. Noi vogliamo difendere questa Repubblica, perché non c’è stata donata su un piatto d’argento. Questa Repubblica è costata vent’anni di lotta contro il fascismo, … due anni di guerra di Liberazione. ….  Quanti compagni di lotta hanno consumato la loro giovinezza in carcere, al confino, quanti giovani compagni sono caduti lungo il cammino della Resistenza. Quindi è una nostra conquista è una conquista Vostra. Lavoratori che mi ascoltate dovete difenderla, costi quel che costi’, Sandro Pertini.

Fonte: Associazione Nazionale Sandro Pertini

giovedì 2 gennaio 2025

Migranti: nel 2024 oltre 2200 i dispersi nel Mediterraneo

A poche ore dall’inizio dell’anno è naufragata una piccola imbarcazione al largo delle coste di Lampedusa. Tra i sette sopravvissuti c’è un bambino, la madre è tra i venti dispersi

di Giovanni Pulvino

Foto da unicef.it

‘ll bilancio delle vittime e il numero dei dispersi nel Mediterraneo nel 2024 hanno superato i 2.200, con quasi 1.700 vite perse solo sulla rotta del Mediterraneo centrale. Tra questi ci sono centinaia di bambine, bambini e adolescenti’. A sostenerlo è l’Unicef. Uno su cinque sono minorenni che fuggono ‘da conflitti violenti e dalla povertà’.

Regina De Dominicis, Direttore dell’ufficio regionale dell’agenza Onu, ‘chiede ai Governi di utilizzare il Patto sulla migrazione e l'asilo’ per garantire percorsi ‘sicuri e legali’. Gli Stati, ‘devono sostenere l’integrazione, assicurando che i minori siano protetti in ogni fase del loro viaggio’. E' necessario proteggere e garantire il ricongiungimento familiare di bambine e bambini e facilitare il salvataggio, l’accoglienza e l’accesso ai servizi di asilo. 

L'ennesima denuncia non sembra scuotere i Governi, anzi. 

Intanto continuano gli sbarchi e i naufragi.

I migranti giunti in Italia nel 2024, secondo i dati del ministero dell’Interno, sono stati 66.615. Sono in diminuzione rispetto allo scorso anno, ma sono il doppio se facciamo riferimento al 2020.

Un flusso che continua nonostante i provvedimenti presi dal Governo Meloni ed intesi a scoraggiare le partenze e ad impedire alle Ong di eseguire i salvataggi.

Costruiamo centri inutili in Albania, mentre si ripetono con continuità le tragedie nel cuore del Mediterraneo.

A poche ore dall’inizio dell’anno è naufragata una piccola imbarcazione al largo delle coste di Lampedusa. Tra i sette sopravvissuti c’è un bambino, la madre è tra i venti dispersi.

Stamane al largo della Tunisia c'è stato un altro naufragio. I corpi di ventisette migranti di diverse nazionalità sono stati recuperati davanti alle coste di Kerkennah, volevano raggiungere l'Italia. Tra loro anche un neonato. I superstiti sono ottantatré, di questi 17 sono donne e sette sono minori.

Ma che importa se quattro disperati muoiono annegati, dobbiamo salvaguardare l’italianità o quella che alcuni continuano a chiamare così.

Fonte unicef.it e interno.it