domenica 9 luglio 2023

‘I ciappuli’

Anche questi pensieri sono memoria a perdere, vani e superflui come tutto come tutti

di Giovanni Pulvino

La spiaggia di Torremuzza, tramonto agosto 2022, foto di Erina Barbera
Nel corso delle olimpiadi invernali in televisione trasmettono le gare di curling. Un gioco che si pratica sul ghiaccio ed è simile alle bocce. Da ragazzini ne facevamo uno analogo, ma sul selciato della piazzetta: ‘u iuocu ri ciappuli.

Era un gioco di strada, come tutti quelli che facevamo. Li inventavamo noi. Erano a chilometro zero e soprattutto a costo zero o quasi.

Bastava fare una passeggiata in riva al mare per procurarci quello che ci serviva. Cercavamo le pietre levigate dalla sabbia e dall’acqua. Sceglievamo quelle piatte e con una forma rotonda, dovevano essere adatte a scorrere sull’asfalto o sulle mattonelle di pece della piazzetta appena pavimentata.

E dovevano essere un po' più grandi di quelle che usavamo per farle scivolare sull’acqua. Un gioco questo che facevamo spesso quando eravamo in riva al mare.

L’abilità consisteva nel farle andare lontano facendole rimbalzare più volte. Ci abbassavamo da un lato per lanciarle. Una volta uno di noi per sbaglio colpì il compagno che gli stava accanto. Non so se e quanti punti ci siano voluti per sanare la ferita. E non so perché mi torna in mente chi subì le conseguenze di quel gesto involontario, ma non chi lo colpì.

Era un gioco semplice come gli altri. Avevamo il mare, le pietre e la spensieratezza necessaria. Capivamo i rischi, ma stavamo attenti, quell’incidente capitò solo quella volta.

Un’estate vidi un ragazzino che faceva quel gioco con il mare pieno di bagnanti e quel che è peggio con la mamma che lo lasciava fare indifferente del pericolo. Non successe nulla, ma fu solo fortuna.

A ciappuli giocavamo nella piazzetta o sotto i ponti.

Non ricordo se c’era un pallino come nelle bocce o se esso consistesse nel posizionarsi il più vicino possibile ad un punto prestabilito che poteva essere lo scalino del marciapiede o un’altra pietra, comunque era simile al curling. 

Giocavamo per strada .. e lo facevamo in tutte le stagioni … eravamo liberi di muoverci … di partecipare  … di guardare … eravamo felici … facevamo un gioco inventato da noi … non copiavamo la fantasia di un altro … gli influencer eravamo noi … e non avevamo bisogno d’altro.

Se una ‘ciappula’ si rompeva bastava fare una passeggiata in riva al mare per trovarne un’altra … non c’erano limiti.

Una pietra piatta, la piazzetta, un compagno di giochi, nient’altro. E non c’era nessuna costrizione, solo voglia di misurarsi e non importava vincere bastava partecipare, eravamo una comunità.

sabato 8 luglio 2023

Istat, 1,7 milioni di Neet

Secondo le stime dell'Istat i Neet (i giovani che non lavorano e non studiano) sono il 19%. Nel Mezzogiorno, l'incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord

di Giovanni Pulvino

Foto da colletiva.it

Secondo il rapporto annuale 2023 pubblicato dall’Istat ‘un quinto dei giovani tra i 15 ed i 29 anni non studia, non lavora e non è inserito in percorsi di formazione’.

In Italia i cosiddetti Neet, (acronimo inglese di Not in Employment, education or training), sono 1,7 milioni.

Il tasso è superiore di oltre sette punti rispetto a quello della media europea (11,75%) e nell’UE siamo secondi solo alla Romania. Nel Mezzogiorno, l'incidenza è doppia rispetto al Centro-Nord

Secondo l’Istituto di statistica le ragioni sono riconducibili alla scarsa ‘offerta formativa professionalizzante, alla carenza di efficaci politiche attive sul lavoro, e alle dinamiche del mercato’.

Anche il tasso di disoccupazione giovanile è particolarmente elevato.

I giovani tra 15 ed i 29 anni in cerca di occupazione sono il 18%, sette punti percentuali in più rispetto alla media europea. L’8,8% lo fa da almeno 12 mesi, cioè il triplo della media europea (2,8%)

I giovani che lavorano sul totale degli occupati sono il 33,8%, una percentuale più bassa di oltre 15 punti rispetto alla media europea. Gli studenti lavoratori sono solo il 6% mentre in Europa la media supera il 16,7%.

Nel 2022, la percentuale di giovani d’età tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato precocemente gli studi è dell’11,5%. Nel Mezzogiorno, l’incidenza raggiunge il 15,1%.

Questi dati dovrebbero preoccupare ed impegnare le nostre istituzioni. Si dovrebbero aumentare gli investimenti nella scuola, nella formazione e nelle politiche attive sul lavoro; invece, si ripristinano i vitalizzi dei parlamentari anche quelli trasmissibili agli eredi.

Fonte istat.it

martedì 4 luglio 2023

Migranti, triplicati gli sbarchi

Nel 2023 gli barchi di migranti sono aumentanti del trecento per cento, ma per Giorgia Meloni va tutto bene, anzi ci sarebbe nell‘Unione Europea un totale cambio di passo’

di Giovanni Pulvino

Barchino di migranti diretto a Lampedusa (foto da Twitter)

I migranti sbarcati nei primi sei mesi del 2023 sono stati 64.930, il triplo del 2021 (20.532) e del 2022 (27.633). A certificarlo sono i dati ufficiali del ministero dell’Interno.

L’hotspot di Lampedusa è sempre stracolmo. I continui trasferimenti in Sicilia e nei centri di prima accoglienza delle altre regioni non riescono a svuotare quello della piccola isola. Attualmente il 12% di questi disperati che fuggono dalle guerre e dalla miseria si trovano in Lombardia, il 10% in Emilia-Romagna, il 9% nel Lazio ed in Piemonte, l’8% in Sicilia e, con percentuali minori, in tutte le altre regioni.

La maggior parte provengono dalla Costa d’Avorio (7.921), dalla Guinea (7.155), dall’Egitto (7.128), dal Pakistan (5.943), dal Bangladesh (5.910), dalla Tunisia (4.318) e dalla Siria (3.665).

I minori sbarcati non accompagnati sono stati 6.833, in diminuzione rispetto al 2020 (14.044) e il 2021 (10.053).

Per vedere qualche immagine di questi continui arrivi occorre sintonizzarsi con il Tgr Sicilia. I telegiornali nazionali, soprattutto quelli del servizio pubblico, anziché occuparsi di questo straordinario e a volte tragico flusso di migranti, si limitano a porre in evidenza i tentativi di porvi rimedio da parte della nostra Premier.

Blocco navale subito, sosteneva quando era all’opposizione, ma finora l’unico atto concreto è stato quello di limitare e in alcuni casi impedire il soccorso delle Ong.

I tentativi di coinvolgere l’Unione Europea sono stati inutili. Ad opporsi sono stati i Paesi cosiddetti sovranisti alleati proprio della leader di Fratelli d'Italia. Polonia e Ungheria continuano a ribadire la loro contrarietà ad ogni intervento dell’UE. Il paradosso è che Giorgia Meloni li giustifica, sostenendo che fanno i loro interessi nazionali.

Fonte interno.gov.it

mercoledì 28 giugno 2023

Gli Usa e le sparatorie non intenzionali

Uno Stato dove circolano più armi che persone è un paese civile? No, non lo è

di Giovanni Pulvino

Foto postata su Twitter dalla deputata del Congresso Usa
Lauren Boebert in posa con i suoi figli sotto l'albero
di Natele, 8 dicembre 2021

Quante volte da bambini abbiamo giocato ai cowboy e agli indiani. Le nostre pistole ed i nostri fucili erano di plastica o di legno e c’era chi, non potendoselo permettere, usava le mani. Ovviamente era tutto finto e tutto si basava sulla reciproca fiducia. Si doveva, cioè, riconoscere lealmente che eravamo stati ‘uccisi’ dal colpo di pistola o fucile ‘finto’ del nostro compagno di gioco.

Quello che succede negli Usa invece è tutto vero, sia le armi, sia i morti che i feriti.

Un bambino di 2 anni ha ucciso involontariamente la mamma incinta di 8 mesi. È avvenuto pochi giorni fa in Ohio, negli Stati Uniti. Probabilmente il ragazzino ancora non parla e non cammina, ma sa sparare sia pure per gioco. È stata la madre a chiamare il numero di emergenza ed a spiegare cosa era successo. I soccorsi sono stati inutili ed i medici non sono riusciti a salvare neanche il bimbo che la donna portava in grembo.

Nelle stesse ore un ragazzino di 7 anni ha sparato al fratellino di 5 anni uccidendolo. Il fatto è avvenuto a Jackson County nel Kentucky orientale. Anche in questo caso i soccorsi sono stati inutili.

Quest’anno ci sono stati nel paese a stelle e strisce più di 150 sparatorie non intenzionali che hanno coinvolto bambini e che hanno provocato 58 morti e 101 feriti.

Com’è possibile tutto questo? Com’è possibile che bambini così piccoli possano accedere alle armi. Per noi europei è una situazione inconcepibile, negli Usa no. Tenere una pistola o un fucile a portata di mano e senza la sicura è considerato ‘normale’. Chiunque può comprare armi da guerra o semplicemente da difesa.

Il 'fai da te' ha origine nella guerra di Indipendenza. Garantire la sicurezza in un territorio sterminato come quello del continente Nordamericano era praticamente impossibile. Il diritto alla difesa individuale e quello di possedere armi sancito nella Costituzione del 1776 aveva una sua 'giustificazione'. Oggi quel principio non ha più motivo d’essere. Esso è diventato un fatto economico e culturale e non c’è nessuna volontà politica di estirparlo o di limitarlo.

L'individualismo e l’interesse delle industrie produttrici prevalgono anche sul buon senso. Per tanti, troppi americani l’altro non è una ‘risorsa’ per vivere meglio, ma un pericolo da attenzionare.

E non meravigliamoci se gli ‘yankee’ sono stati i primi ed i soli ad avere usato la bomba atomica e ad aver fatto ed a fare guerre in giro per il mondo. E non dobbiamo sorprenderci se qualcuno si fa giustizia da solo o se un bambino di due anni uccide la madre incinta o il fratellino di 5 anni.

No, gli Stati Uniti d'America non sono un paese civile.

martedì 20 giugno 2023

Italiani brava gente?

Spesso si dice che gli italiani sono ‘brava gente’, ma sarà vero? Generalizzare è sempre sbagliato, ma siamo tutti ‘brava gente’? La risposta possiamo trovarla nella storia, ecco due esempi

di Giovanni Pulvino

Un Ufficiale italiano osserva un bambino ucciso
nelle vicinanze di Gorazde nel 1943 
Foto da it.wikipedia.org
Italiani brava gente? Il quesito fa venire in mente il Ventennio e di certo non è casuale. Non possiamo non pensare alla violenza sistematica praticata all’inizio degli anni Venti del secolo scorso dalle squadre della morte organizzate dai fascisti. Gruppi addestrati ai pestaggi e alle uccisioni degli oppositori politici, soprattutto comunisti e socialisti. Intolleranza che è diventata repressione con le leggi ‘fascistissime’ del 1925 e quelle razziali del 1938.

Italiani brava gente? Per gli etiopi di certo non lo siamo stati.

L’occupazione del paese africano è stata a dir poco cruenta. L’attentato fallito del 19 febbraio del 1937 al viceré d’Etiopia, Rodolfo Graziani, capo delle forze militari occupanti, ha provocato una reazione immediata e violenta. Ecco alcune testimonianze oculari.

I civili italiani presenti ad Addis Abeba uscirono nelle strade mossi da autentico squadrismo fascista armati di manganelli e sbarre di metallo, picchiando e uccidendo i civili etiopici che si trovavano in strada’. Ed ancora. ‘Nel tardo pomeriggio, squadre composte da camicie nere, autisti, ascari libici e civili, si riversarono nei quartieri più poveri, e diedero inizio ad «una forsennata "caccia al moro». In genere davano fuoco ai tucul (piccoli edifici di paglia e fango) con la benzina e finivano a colpi di bombe a mano quelli che tentavano di sfuggire ai roghi’.

Non ci fu pietà per nessuno. ‘Gli abitanti di Addis Abeba che malauguratamente portavano addosso anche solo un coltello, venivano uccisi sul posto.  La mattina seguente, attraverso i quartieri lungo i due torrenti, erano rimasti in piedi ben poche abitazioni, e fra le macerie c'erano cumuli di cadaveri bruciacchiati’.

Non fu un episodio isolato, era un modus operandi dei soldati italiani o, meglio, dei loro comandanti. I fascisti più convinti, invece, non aspettavano gli ordini, agivano a prescindere.

Il comportamento non è stato diverso durante l’occupazione della Grecia. Militarmente eravamo deboli, ma fummo feroci con chi si opponeva legittimamente all'occupazione.

Ecco cosa scrivevano ai loro familiari i soldati italiani presenti nei Balcani.

Ho avuto modo … di assistere alla fucilazione di 50 ribelli…è una cosa terribile, ma non puoi fare a meno di godere … è sempre ancora troppo poco far loro saltar le cervella e squarciare la loro pancia e le loro membra a raffiche di mitraglia’.

Ed ancora. ‘Abbiamo distrutto tutto da cima a fondo senza risparmiare gli innocenti. Uccidiamo intere famiglie ogni sera, picchiandoli a morte o sparando contro di loro. Se cercano soltanto di muoversi tiriamo senza pietà e chi muore muore’.

No, gli italiani non siamo brava gente, non tutti almeno. Ci sono coloro che godono nel causare dolore e sofferenza. E noi, il ceppo o etnia italica come direbbe il ministro Francesco Lollobrigida, non siamo secondi a nessuno.

Fonte it.wikipdia.org

venerdì 2 giugno 2023

Dichiarazioni ‘a 360 gradi’

Ecco un breve elenco di dichiarazioni tra il serio ed il faceto, ma tutte rigorosamente vere, degli esponenti della Destra da quando Giorgia Meloni è presidente del Consiglio

di Giovanni Pulvino

Giorgia Meloni - (foto da https://www.huffingtonpost.it/)

27 maggio 2023. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha dichiarato: ‘Mi sono autoimposto di leggere un libro al mese. Un fatto di disciplina, come andare a messa’. 

26 maggio 2023. In occasione del comizio di chiusura della campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Catania trasmesso in diretta su Rainews24 la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha affermato: ‘Lotta all’evasione contro piccoli commercianti è pizzo di Stato’.

24 maggio 2023. Matteo Salviniministro delle Infrastrutture, si paragona ai maestri del Rinascimento: ‘Se a tempi del Rinascimento ci fossero stato i partiti e i comitati del NO, allora Raffaello, Leonardo da Vinci e Michelangelo non avrebbero potuto realizzare i capolavori che ancora oggi, dopo secoli, vengono studiati e ammirati. Bisogna avere il coraggio di OSARE: il Ponte sullo Stretto e tutte le opere che stiamo portando avanti vanno in quella direzione’.

23 maggio 2023. Francesco Lollobrigida ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste nonché cognato della Premier ha affermato:Manzoni era un patriota e difendeva la famiglia’. Il giorno prima aveva dichiarato: ‘Invertire il calo demografico, invertire su quella cultura, su quella tradizione, su quel ceppo al quale noi apparteniamo come italiani e del quale volenti o nolenti ci sentiamo particolarmente orgogliosi ed è per questo che la persona e la famiglia sono il nostro modello di civiltà che vanno difesi’.

18 maggio 2023. Gennaro Sangiuliano in occasione dell'apertura del Salone del libro di Torino ha affermato: ‘Il libro è un grande strumento di libertà, ne ho 15.000 a casa’. Chissà come avrà fatto a leggerli tutti visto che si è 'autoimposto a leggerne uno al mese'.

17 maggio 2023. Il primo cittadino di Venezia, Luigi Brugnaro, ad uno studente universitario che protestava perché era costretto a pagare 700 euro al mese di affitto per una stanza ha risposto: ‘Tu non meriti di diventare laureato, perché se ti fai fregare 700 euro per un posto letto non meriti di diventar classe dirigente'.

17 maggio 2023. Matteo Salvini, il giorno dell’esondazione dei fiumi in Emilia-Romagna che ha causato diversi morti, ha pubblicato e poi cancellato su Twitter il seguente messaggio: ‘Cuore e impegno (e telefono che squilla di continuo) dedicati ai cittadini di Emilia e Romagna che lottano con acqua e fango. Un Milan senza cuore, grinta e idee non merito neanche un pensiero’.

17 maggio 2023. Il ministro dell'Ambiente, Gilberto PichettoFratin, ha affermato: ‘C'è una situazione drammatica, anche il mare Adriatico sta giocando contro e fa da muro nei confronti dei fiumi’.

12 maggio 2023. Francesco Lollobrigida ha dichiarato: ‘Non esiste una razza italiana ma un’etnia che è quella che noi vogliamo tutelare’.

10 maggio 2023. Il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara a proposito del caro affitti ha dichiarato a Sky: ‘Io credo che il problema del caro affitti è grave ma tocca le città governate dal centrosinistra’.

21 aprile 2023. Il presidente del Senato Ignazio La Russa, intervistato da Repubblica, ha commentato le mozioni sul 25 aprile: ‘Non c’è alcun riferimento all’antifascismo nella Costituzione, il Pci e la sinistra si sono appropriati dei valori della Resistenza’.

18 aprile 2023. Francesco Lollobrigida ha dichiarato: ‘No alla sostituzione etnica, incentiviamo le nascite’.

18 aprile 2023. Ignazio La Russa: ‘Meloni non parla più di blocco navale? Quando lo diceva era all’opposizione e l’opposizione può essere teorica.

11 aprile 2023. Il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi ordina ai poliziotti di Lecce di partecipare ai corsi per l’abilitazione alla guida delle moto d’acqua d’ordinanza. Ma intanto gli acquascooter inviati alla questura nel 2016 se ne vanno a Gaeta. Perché devono finire nelle mani della questura di Latina. Come ha deciso sempre il Viminale. Che però chiede intanto ai poliziotti leccesi di frequentare il diciottesimo e il diciannovesimo corso per conducente di idromoto.

04 aprile 2023. Luca Zaia governatore del Veneto al Vinitaly ha dichiarato: ‘La classifica mondiale nelle esportazioni ci dice che al 1° posto c'è la Francia, al 2° l'Italia, al 3° la Spagna...al 4° il Veneto.

01 aprile 2023. Fabio Rampelli (FdI), vicepresidente della Camera dei deputati, ha affermato: ‘Multa fino a 100.000 euro per chi usa termini inglesi’ e ‘ a chi si macchia di forestierismo’.

Lo stesso giorno Gennaro Sangiuliano ha sottolineato: ’Usare parole straniere è snobismo radical scic. Consacrazione della lingua nazionale è in molte Costituzioni’. Chissà cosa ne pensa Adolfo Urso Ministro delle Imprese e del Made in Italy.

30 marzo 2023. Il bullismo? ‘Conseguenza degli eccessi ideologici del Sessantotto’, ha sostenuto Giuseppe Valditara.

24 marzo 2023. Giorgia Meloni per ricordare le vitte delle Fosse Ardeatine ha dichiarato:’ 335 innocenti massacrati perché italiani’. La replica dell’Anpi: ‘Uccisi perché antifascisti’.

22 marzo 2023. Giorgia Meloni così ha risposto in aula al deputato Bonelli: ‘Non ho prosciugato io l’Adige, non sono Mosè’.

mercoledì 24 maggio 2023

La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi

I dati pubblicati dal Mef sui redditi del 2021 confermano che la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi

di Giovanni Pulvino

Foto da Bluerating.com

Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze in Italia nel 2021 il reddito imponibile pro-capite è stato di 20.745 euro. In aumento di 949 euro rispetto al 2020. Il Comune più ricco è stato Lajatico (Pi) con un reddito medio di 52.378 euro, seguono Basiglio (Mi) e Bogogno (No).

I capoluoghi con i redditi medi più alti sono stati quelli di Milano (33.703), Monza (29.597) e Bergamo (29.090), dove, rispetto al 2020, si sono registrati incrementi rispettivamente di 1.926, 1.332 e 1.848 euro.

La ricchezza è concentrata nelle mani di pochi.

Il 5% degli italiani guadagna più di 55mila euro annui, mentre il 43% meno di 15mila euro, con una diminuzione dell’1% rispetto al 2020.

Niente di nuovo. È così da oltre trent’anni. La precarizzazione del lavoro con la cosiddetta politica dei redditi ha incrementato le diseguaglianze ed accresciuto il numero di lavoratori che vive in condizioni di povertà relativa o assoluta.

I ricchi sono sempre più ricchi ed i poveri crescono di numero. 

Non solo, i nostri giovani spesso fanno fatica a trovare un'occupazione stabile e sono costretti ad emigrare.

Tra il 2012 e il 2021, secondo Eurostat, la differenza tra rimpatri ed espatri di giovani laureati (fascia di età 25-34 anni) è stata pari a -79.162 unità. Inoltre, nel nostro Paese c’è un’alta percentuale di Neet, giovani non attivi in istruzione, lavoro o formazione. Nel 2022 erano il 19%, un dato superiore alla media europea.  

Il divario territoriale anziché diminuire cresce. 

Il calo demografico e la mancanza di opportunità di lavoro stanno spopolando intere aree del Mezzogiorno, in particolare quelle interne ed i piccoli centri. Il processo di privatizzazione dei servizi pubblici ha ridotto le opportunità di lavoro per i giovani diplomati e laureati che in gran parte sono costretti ad emigrare nelle città del Nord o all’estero.

Tutto in attesa della riforma sull’Autonomia differenziata.

Fonti: Mef e Eurostat

domenica 14 maggio 2023

I libri di testo ed il paradosso dei tetti di spesa

I 'politici' non adeguano i limiti di spesa, le case editrici aumentano i prezzi dei libri a causa dell’inflazione ed i professori sono costretti a depennare. Se non fosse tutto vero ci sarebbe da ridere

di Giovanni Pulvino

Libri scolastici

In questi giorni i docenti delle scuole italiane sono chiamati a predisporre l’elenco dei libri di testo per il prossimo anno scolastico. Una delle tante incombenze burocratiche e non a cui sono chiamati gli insegnanti. Quest’anno essa presenta difficoltà insuperabili.

I tetti di spesa previsti dalla normativa sono fermi da oltre un decennio. Il D.M. 43 del 2012, distinguendo per anno ed indirizzo scolastico, prevede limiti precisi. Quest’anno tutti i libri hanno subito un notevole incremento di prezzo. Negli ultimi dieci anni l’inflazione è stata mediamente del 2%. Negi ultimi dodici mesi del 10%. Dal 2012 ad oggi il prezzo dei libri è cresciuto di almeno il trenta per cento, ma i limiti previsti dalla normativa sono rimasti invariati.

Non solo. Se i nuovi libri sono tutti nel formato cartaceo e digitale, i suddetti limiti devono essere ridotti del 10%. Se sono in versione digitale la riduzione deve essere del 30%. Finora le scuole hanno risolto il problema utilizzando l'incremento del 10% che è consentito dalla stessa normativa, ma solo previa delibera motivata del Collegio dei docenti e del Consiglio di istituto.

Prima si impone un limite, poi si consente di sforarlo. E' un paradosso, ma tanto è. Ora, con l'adozione di testi digitali rientrare nel tetto di spesa è diventato impossibile. Gli insegnanti sono costretti a depennare alcuni libri, che, secondo la disposizione, non possono essere indicati neanche come consigliati. Vanno cancellati.

A settembre i ragazzi e le famiglie negli elenchi predisposti dalle scuole potrebbero non trovare il libro di Storia, di Italiano, di Geografia,  ect..

Non è una battuta o una invenzione dei docenti, è proprio così.

Facciamo finta di mantenere bassi i tetti di spesa dei testi scolastici, mentre in realtà priviamo gli studenti di strumenti fondamentali per la loro formazione o costringiamo le famiglie a comprare libri non adottati. Ovviamente potranno farlo solo coloro che hanno una condizione reddituale adeguata. Gli altri dovranno accontentarsi delle dispense o degli appunti che i professori dovranno predisporre e somministrare ai loro alunni.

I libri diventano così uno strumento per accrescere le diseguaglianze.

La soluzione a questo paradosso non sta nell’aumentare i tetti di spesa, anche se andrebbero adeguati all’inflazione, ma nell’incrementare i fondi per i buoni libro. Stanziamo miliardi ed ora sembra pure quelli del PNRR per acquistare armi, ma non abbiamo risorse per comprare i testi scolastici a chi non può permetterseli.

Ancora una volta la 'politica' scarica sulla scuola un problema che non sa risolvere. Anzi, in questo caso non l’ho affronta proprio.

venerdì 12 maggio 2023

Clemente, ricco a sua insaputa

Quello che sei o sarai non dipende dalle capacità individuali, ma dal paese dove sei nato o di chi sei figlio

di Giovanni Pulvino

Foto da oxfamitalia.it

La rivista Forbes ha pubblicato l’elenco dei giovani più ricchi al mondo. Al vertice di questa classifica c’è un italiano. Si chiama Clemente Del Vecchio, uno dei sei figli di Leonardo Del Vecchio fondatore di EssilorLuxottica la più grande azienda di occhiali al mondo.

Il giovane Clemente ha ereditato dal padre il 12,5% della holding lussemburghese Delfin. Il resto è andato alla mamma ed ai suoi fratelli. Inoltre, possiede pacchetti azionari dell’assicurazione Generali, delle banche Mediobanca ed UniCredit e dell’immobiliare Covivio.

Dal 2022 è il miliardario più giovane al mondo.

Com'è consuetudine di tante piccole e grandi imprese italiane anche la EssilorLuxottica ha la sua sede in un paradiso fiscale. Lo scopo dei proprietari di queste aziende è quello di non pagare le tasse nel Paese che li ha fatti arricchire.

Clemente come tanti altri ‘rampolli’ di famiglia è un privilegiato. È titolare di un patrimonio su cui non ha alcun merito, se non quello di essere figlio di un miliardario. In un certo senso è ricco a sua insaputa o per volontà del 'destino'.

Quello che sei o sarai non dipende dalle capacità individuali, ma dal paese dove sei nato o di chi sei figlio. 

Se tuo padre è un milionario vivrai da nababbo, mentre se è un lavoratore o un precario dovrai fare enormi sacrifici per garantirti una vita dignitosa. Ed è certo che il secondo farà fatica ad arrivare a fine mese, s'intende per tutti i mesi della sua vita, mentre l’altro non avrà bisogno di studiare o lavorare e non saprà neanche come spendere tutti i suoi soldi. 

Se poi vieni al mondo in un paese povero farai la fame o sarai un emigrante e rischierai di morire annegato nel Mediterraneo o chissà in quale altro modo e a nessuno importerà chi sei e del come e del perché questo sia potuto accadere.

Non si nasce uguali, non si hanno le stesse opportunità, non si parte dalle stesse condizioni economiche e sociali. La meritocrazia del sistema capitalistico è a corrente alternata, vale per alcuni, è inutile per altri.

Nella società omologata al libero mercato il principio della giustizia sociale può apparire come un ideale vecchio, ma nella quotidianità di tanti è ancora un valido motivo per cui lottare ed impegnarsi.

Fonte forbes.it

lunedì 1 maggio 2023

Prima il lavoro, poi il profitto

'Finché l'uomo sfrutterà l'uomo, finché l'umanità sarà divisa in padroni e servi, non ci sarà né normalità né pace. La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui', Pier Paolo Pasolini

di Giovanni Pulvino

Concerto del Primo Maggio 2023

Nel giorno dedicato ai lavoratori, il Governo rafforza i voucher ed i contratti a termine. Questo comporterà più lavoro precario e più profitto per le imprese. Il tutto in un Paese dove ci sono 5,6 milioni di poveri assoluti e 10 milioni di individui che vivono in povertà relativa e dove i salari non crescono dal 1990 e l’inflazione supera il 7%.

Il decreto approvato dal Cdm dovrebbe chiamarsi decreto precarietà e povertà e non decreto lavoro. Il Governo punta a incentivare i contratti a termine estendendo l’utilizzo dei voucher, la forma più becera di precarietà. Come si può costruire un futuro con un contratto che dura tre mesi?’, ha dichiarato Elly Schlein segretaria del Pd.

Anche chi lavora è povero. È tempo di ripensare al modello produttivo fondato sui contratti a termine e sui salari bassi. La redistribuzione della ricchezza deve avvenire in modo equo. E’ il tempo di tornare al cambiamento.

È indispensabile mettere al centro del processo produttivo il lavoro ed i lavoratori così come fece negli anni Sessanta Andriano Olivetti. Ecco cosa affermava: ‘Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente grande’. Nella sua ‘idea’ di impresa c’erano i lavoratori con le loro famiglie. Sicurezza, cultura e creatività erano punti essenziali dell’organizzazione produttiva. ‘La fabbrica - sosteneva l’imprenditore di Ivrea - non può guardare solo all'indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia. Io penso la fabbrica per l'uomo, non l'uomo per la fabbrica, giusto? Occorre superare le divisioni fra capitale e lavoro, industria e agricoltura, produzione e cultura. A volte, quando lavoro fino a tardi vedo le luci degli operai che fanno il doppio turno, degli impiegati, degli ingegneri, e mi viene voglia di andare a porgere un saluto pieno di riconoscenza’.

Fonte fondazionenenni.blog